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11 Dicembre 2015 | Mostre

A Bologna Pietro Poppi e la fotografia dell’Emilia dell’Ottocento

A San Giorgio in Poggiale oltre cento pezzi tra lastre, stampe e macchine fotografiche per svelare il lavoro di un  pittore-fotografo

A cura di Carlo Tovoli

Cari ascoltatori,
chi ama le fotografie d’epoca di Bologna avrà sicuramente avuto l’occasione di vedere qualche immagine realizzata da Pietro Poppi, il pittore fotografo che ha immortalato la città e le sue trasformazioni nel corso della seconda metà dell’Ottocento. Si tratta in generale di  architetture e vedute urbane di un mondo in cambiamento che si apre alla modernità, dallo scorrere lento delle carrozze e dei carretti all’arrivo dei tram in piazza Maggiore.

Pietro Poppi fu attivo a Bologna per un quarantennio tra il 1865 e il 1907. Fu il titolare della “Fotografia dell’Emilia”, in via d’Azeglio 19, che divenne presto uno degli studi fotografici italiani più importanti del periodo, secondo forse solo a quello degli Alinari di Firenze. Nel corso del 1888 è anche il fotografo ufficiale della grande Esposizione Emiliana e al termine della manifestazione ottiene una medaglia d’oro, e un premio speciale da parte della regina d’Italia, per l’importanza del suo stabilimento e per la sua abilità nella “perfetta riproduzione di oggetti artistici”.  Nel 1907 Pietro Poppi, ormai anziano, cede l’azienda a Luigi Monari e Armando Bacchelli e questi la cederanno a loro volta, fino a che nel 1921 l’azienda chiude definitivamente. Fortunatamente, e con grande lungimiranza per i tempi, nel 1940  la Cassa di Risparmio di Bologna  intuì l’importanza di questa documentazione e decise di inserirla tra le proprie collezioni, consentendo così di salvare il più importante fondo fotografico ottocentesco della città.

La mostra bolognese propone un profilo complessivo dell’opera fotografica di Poppi, accostando alle più note immagini di architetture e vedute urbane bolognesi ed emiliane esempi tratti dalle campagne documentarie realizzate in altri centri della penisola, così come immagini dedicate ad altri soggetti quali “generi campestri”, fiori, paesaggi e persino nuvole.

L’evento espositivo, curato da Cinzia Frisoni, è arricchito da un ciclo incontri fino a febbraio 2016, che prevedono contributi storico critici e un approfondimento sulla dimensione tecnica della professione fotografica nell’Ottocento. Tutte le informazioni sul sito www.genusbononiae.it

Un saluto da Carlo Tovoli.

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