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21 Dicembre 2010 | Archivio / Protagonisti

Fernando Gualtieri

Lo splendore del reale

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

21 dicembre 2010

Lo scorso 4 dicembre il Museo della Città di Rimini si è arricchito di dieci nuove opere di Fernando Gualtieri, che si aggiungono alle tre già presenti nel museo dal 2008. Mentre le prime tre tele sono ispirate alla città di Rimini, le nuove fanno riferimento alla cultura orientale: tra di esse, un trompe l’oeil e due pastelli disegnati sulle montagne del Giappone in compagnia di un pittore cinese, oltre a un ritratto della moglie Yvette.

È dunque di Fernando Gualtieri che vogliamo parlare oggi, cari ascoltatori. Il pittore è nato in Francia nel 1919 da genitori italiani: il papà di Cesena, la mamma di Talamello, un piccolo comune in provincia di Rimini. Viserbese d’adozione, è artista di fama internazionale che vive a Parigi e ha esposto e ottenuto premi in diversi paesi tra i quali Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Cina e Giappone.

Gualtieri è nato a Longlaville, nell’est della Francia, dove molte famiglie italiane emigravano per lavorare nelle miniere. A quattro anni fu affidato alla custodia della nonna Caterina a Viserba di Rimini, per sottrarlo al clima polveroso e insalubre della zona mineraria. Il rombo del mare, il suo odore, la luminosità, furono per il bambino un’emozione voluttuosa, violenta, indimenticabile. Soprannominato il “piccolo francese”, a scuola era il migliore in disegno ma dovette interrompere gli studi a causa della guerra. Riuscì tuttavia a sottrarsi agli impegni militari diventando cartografo in Jugoslavia.

Dopo una carriera di calciatore che lo portò fino in serie A nelle fila del Bologna, nel 1950, a trent’anni, partì per Parigi. Dopo due anni di vita da bohémien, l’episodio che inaugura la sua folgorante carriera: nel 1954 un ricco uomo d’affari americano acquista le sue prime 17 opere, dopo averne vista una nella sua prima importante mostra parigina.
È solo l’inizio di una lunga serie di riconoscimenti internazionali e di esposizioni nelle gallerie più prestigiose del mondo.

Nel 1956 vince il primo premio della Galleria Duncan di New York, nel 1960 il primo premio Galleria Barnheim Jeime di Parigi. Nel 1958 è a Londra, dove espone nella celebre Bond Street Gallery, rimanendovi fino al 1960, quando la Royal Academy acquista “Il gioco della morte”. Segue quindi un “periodo canadese” che toccherà i suoi vertici negli anni 1966-1976, determinato dalla passione del presidente dei petrolieri canadesi per la sua arte. Tra i suoi clienti si annoverano anche Barbara Rockefeller e la baronessa Nadine Rothschild.

Nel 1972 compra un negozio di dischi in Boulevard de Montparnasse e lo trasforma nella sua galleria personale, la “Glatée Gallery”, inaugurata il 23 aprile 1973. Nel 1986 arriva la consacrazione anche in Giappone e Cina, con Gualtieri che espone a Tokio e Pechino.

Nel 2000 Parigi celebra il “Giubileo Gualtieri” con un’esposizione al “Carousel du Louvre” patrocinata dal presidente Jacques Chirac e dal Ministro della Cultura, mentre il comune di Parigi gli consegna la medaglia d’oro.
Nel 1982 riceve la cittadinanza onoraria di Talamello e nel 2000 dona al comune 14 opere di grandi dimensioni per le quali viene realizzato il Museo-pinacoteca Gualtieri “Lo Splendore del Reale”, inaugurato nel settembre 2002. Con le ulteriori donazioni effettuate, sono oggi complessivamente 40 le opere esposte a Talamello.

Della nuova donazione al Museo della Città di Rimini fa parte anche un’opera particolarmente cara a Gualtieri : My nuong, mia piccola principessa, immagine scelta anche per le copertine dei cataloghi; una pittura che è la preferita del pittore che l’ha sempre conservata perché voleva per lei un luogo speciale: e non poteva essere altro che Rimini. E’ un dono d’amore quello che Gualtieri ha fatto alla città della sua gioventù, che lo ha accompagnato sempre nei suoi sogni, nei giorni lontano da casa, nelle occasioni felici e durante i momenti di difficoltà. Dopo tanti viaggi, Fernando Gualtieri, il maestro de “Lo splendore del reale”, è tornato come Ulisse alle sue radici.

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