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10 Maggio 2011 | Archivio / Protagonisti

Il Diario Cinese di Omar Galliani

Attrazione fatale per la Cina del maestro emiliano del disegno

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

10 maggio 2011

Cari ascoltatori, tra i grandi artisti contemporanei italiani va ricordato un maestro del disegno nato e residente nella nostra regione, precisamente a Montecchio Emilia. Parliamo di Omar Galliani, classe 1954.

Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, agli inizi degli anni Ottanta è stato esponente di spicco del gruppo degli Anacronisti e del Magico Primario. Ha partecipato a tre edizioni della Biennale di Venezia e in quella del 1984 ha avuto una sala personale nella sezione “Arte allo specchio”. Sempre negli anni Ottanta ha partecipato alla Biennale di San Paolo del Brasile e alla XII Biennale di Parigi. Ha esposto nei Musei d’Arte Moderna di Tokyo, Kyoto, Nagasaki, Hiroshima, alla Hayward Gallery di Londra, a due edizioni della Quadriennale di Roma, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, in quelle di Francoforte e Berlino. Negli anni Novanta il suo lavoro è stato esposto allo Scottsdale Center for the Arts dell’Arizona, alla Marian Locks di Philadelphia e alla Arnold Herstand Gallery di New York.

Ma vi parliamo di Omar Galliani perché l’artista ha appena concluso la sua nuova duplice mostra cinese, all’Istituto di Cultura di Pechino e al Centro Culturale del Quartiere Italiano di Tianjin. «La mia prima mostra in Cina – racconta Galliani in un’intervista a Francesca Di Giorgio – risale al 2000. Presentai sui tre piani del Museo Nazionale dell’Accademia di Pechino una serie di grandi Mantra, alcune di quelle opere le realizzai direttamente in Cina con i materiali acquistati sul posto, da allora (e nel 2000 in Cina di Arte Occidentale ne era arrivata ben poca) ho realizzato altre 14 mostre in altrettanti Musei o gallerie compresa Hong Kong. Ogni volta che al ritorno salivo sull’aereo per l’Italia qualcosa restava impigliato tra le mie mani e i miei occhi e, anche se nell’immediato non me ne accorgevo, il mio lavoro mutava lentamente. Diario Cinese sono opere realizzate a Shanghai due anni fa e oggi esposte a Pechino e Tianjin, in queste sedi ho aggiunto quattro nuove grandi opere realizzate sul posto. Anche questi nuovi lavori risentono di un cortocircuito geografico se inseriamo le altre tre mostre realizzate recentemente in Argentina in altrettanti Musei o a Lagos in Nigeria. Dovendo seguire e realizzare nuovi lavori con altrettanti viaggi porto sempre con me un quaderno, spesso li ho disegnati in “Volo”, presto li esporrò a “Terra”».

Il lavoro di Omar Galliani – ha scritto la curatrice della mostra, Manuela Lietti – è il frutto del perfetto equilibrio tra l’incanto nato dalla reiterazione dello stesso segno artistico tramandato nel corso dei secoli – la tradizione del disegno internazionale – e le suggestioni scaturite dall’incontro della matita dell’artista con la variegata enciclopedia del contemporaneo. Il mondo ritratto nelle opere di Omar Galliani è un microcosmo popolato da santi, personaggi storici, persone comuni, ma soprattutto creature provenienti dall’universo femminile, ninfee aggraziate e nel contempo sensuali dalla bellezza senza tempo. Queste ultime sono tra le protagoniste indiscusse di “Diario cinese”, il compendio visivo, il taccuino di viaggio delle recenti visite in Cina dell’artista.

Popolata da soggetti che emanano eleganza e raffinatezza, ma anche un alone di mistero, la serie di opere “… dal quaderno dei miei disegni d’Oriente” presenta soggetti sospesi nel non luogo e non tempo costituito dai fogli di carta cinese xuan” messa su tela.

I volti femminili ritratti in Diario Cinese incarnano una bellezza senza tempo, eterea e mai invadente, rispetto all’immagine diffusa della donna contemporanea. “Il volto – continua Galliani – è soltanto un pretesto per trovare altre cose, altri indizi che non conducono soltanto ad un’identità riscontrabile nella quotidianità dei tagli o del contesto di provenienza sia culturale che geografico dell’immagine. Quasi sempre i miei volti escono o entrano nell’ombra della matita stessa esaltandone gli aspetti basici come il legno e la grafite, il volto poi si sdoppia nel “Siamese” generando un’altra e nuova identità”.

Nell’intervista Omar Galliani ha parlato anche dei suoi progetti futuri all’estero: “Partiamo con le mostre che ho in programma tra Oriente e Occidente. Si sta inaugurando al Museo di Rosario (Argentina) la terza mostra di un trittico già tenutasi al museo Borges di Buenos Aires e quello di San Juan. Si è appena inaugurata a Lagos (Nigeria) la mostra Crosscurrents – Nigeria – Italy. Il primo di luglio inauguro a Seoul (Corea) al Museo MOA una personale con 31 opere di grandi dimensioni e disegni su carta, la mostra proseguirà, poi, dopo settembre, alla volta di New Delhi (India). Sarò di nuovo in Cina, a Nanchino, dove il Museo ha in programma una mia personale a novembre con opere che la curatrice vorrebbe realizzate sul posto. Ho ricevuto l’invito per una grande mostra sul disegno trasversale fra ’800 e contemporaneità alla National Gallery di Praga a fine anno”.

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