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9 Marzo 2013 | Archivio / Magazzini free music

Un po’ di… musica

da Magazzini Sonori

A cura di Magazzini Sonori

9 marzo 2013

Cari ascoltatori di RadioEmiliaRomagna, bentornati all’ascolto di Un po’ di… musica, la selezione musicale settimanale dall’archivio di Magazzini Sonori.

Si aprono oggi in via ufficiale i festeggiamenti in occasione del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi. La Regione Emilia-Romagna che ha dato i natali al Maestro del Risorgimento italiano si mobilita per rendergli omaggio con il progetto Verdi 200, un cartellone di opere e iniziative che mette in rete teatri e realtà culturali attive sul territorio. Per questo abbiamo deciso di dedicare la puntata di questa settimana alle influenze e ascendenze verdiane.

Cominciamo con quella che è stata definita la più celebre aria d’opera che sia mai stata scritta, il Va’ Pensiero. Intonata dal coro degli Ebrei prigionieri di Babilonia nella terza parte del Nabucco, alla prima rappresentazione dell’opera nel 1842, il Va’ Pensiero è stato considerato una metafora dell’asservimento italiano al dominio austriaco, e per questo aspramente censurato. Il testo che recita tra gli altri anche i versi “Arpa d’or dei fatidici vati, perché muta dal salice pendi?” ispira la celeberrima Alle Fronde dei salici di Salvatore Quasimodo, così come La cetra appesa, cantata su temi verdiani di un altro compositore d’eccezione, Azio Corghi. Le parole e la musica del Va’ Pensiero entrarono a tal punto nell’immaginario dei contemporanei di Verdi, che durante il funerale del Maestro la gente accorsa a salutarlo per l’ultima volta lo intonò spontaneamente. Lo ascoltiamo in un’esecuzione del Coro del Teatro Regio di Parma.

Va’ Pensiero sull’Ali Dorate (G. Verdi) – Coro del Teatro Regio di Parma

Duecento anni fa, per la precisione il 10 ottobre 1813, Giuseppe Verdi nasceva a Busseto, in provincia di Parma. Le biografie riportano le origine modeste della famiglia: il padre era un oste e la madre una filatrice, ma notarono entrambi lo straordinario talento del figlio fin dalla più tenera età e lo sostennero in ogni modo. Quello che le biografie non riportano è in quale ambiente sonoro e musicale sia cresciuto il giovane Verdi. A noi piace pensarlo circondato dalle melodie della tradizione, dai balli saltati delle feste popolari, di cui ci sembra di sentire qualche eco anche nelle sue composizioni mature. Ascoltiamo a tal proposito una Quadriglia interpretata dal gruppo La Carampana.

Quadriglia – La Carampana

Un’altra caratteristica che non passa inosservata a chi scorra anche per la prima volta e velocemente il repertorio verdiano è il suo amore incondizionato per i drammi di William Shakespeare. Dal Macbeth all’Otello, passando per il Falstaff e per un Re Lear rimasto incompiuto. Come sottolinea Philip Gossett, musicologo e storico newyorchese, in una recente intervista, Shakespeare comincia ad essere apprezzato in Italia solo dal XIX secolo, grazie a nuove traduzioni che rendono meglio giustizia alla musicalità e alla genialità dell’originale. Il giovane Verdi si lascia conquistare in particolare dal Macbeth, e grazie alla collaborazione dell’amico librettista Andrea Maffei, arriva nel 1847 a completare la stesura di un’opera rivoluzionaria, perché priva di una love story nella trama. Oltre un secolo e mezzo più tardi, un altro maestro emiliano-romagnolo, Roberto Bonati, subisce la fascinazione del personaggio di Lady Macbeth e inizia un percorso fra lirica, musica contemporanea e improvvisazione jazz dal titolo “The Blanket of the Dark (Studio per Lady Macbeth)”, che è un’esplorazione di una tra le figure più tenebrose e moderne della produzione shakespeariana. Ne ascoltiamo di seguito due estratti dal titolo Lady Tango, e The Raven and The Lady.

The Raven and The Lady, Lady Tango – Roberto Bonati

Abbiamo appena ascoltato due brani da “The Blanket of the Dark (Studio per Lady Macbeth)” di Roberto Bonati, e torniamo a parlare di Giuseppe Verdi e delle innegabili influenze della sua musica sugli artisti emiliano-romagnoli. Continuiamo a esplorare le ascendenze shakespeariane del Maestro di Busseto con un altro personaggio emblematico, Falstaff, protagonista dell’ultima opera verdiana. Commedia degli equivoci, basata sulle vicissitudini sentimentali dell’anziano e corpulento cavaliere Sir John Falstaff, l’opera debutta al Teatro alla Scala di Milano nel febbraio 1893. Alessandro Nidi, compositore e pianista parmigiano, dedica a quest’opera un brano dal suo album dal titolo “OperAzioni”. Ascoltiamo la sua personale rielaborazione del tema di Falstaff.

Falstaff – Alessandro Nidi

Questa era Falstaff, scritta e interpretata da Alessandro Nidi. Restiamo nell’ambito delle reinterpretazioni e degli omaggi verdiani con quattro sassofonisti, tutti diplomati al Conservatorio “A. Boito” di Parma, uniti nel progetto Saxofollia. Loro sono Fabrizio Benevelli, Giovanni Contri, Marco Ferri e Alessandro Creola e propongono una versione strumentale e spiritosa delle principali arie della Traviata.

Traviata Highlights – Saxofollia Project

Con il Saxofollia Project e questa loro Traviata Highlights, ci avviamo alla chiusura della speciale playlist di questa settimana, tutta dedicata al duecentesimo compleanno di Giuseppe Verdi. Terminiamo, come abbiamo aperto, con delle voci verdiane e per farlo attingiamo all’archivio Storico del Teatro Municipale di Reggio Emilia, da cui vi facciamo ascoltare una registrazione del 1969. Con l’aria Ella giammai m’amò dal Don Carlo, interpretata da Ruggero Raimondi, vi salutiamo e vi diamo appuntamento alla prossima puntata di Un po’ di… musica da Magazzini Sonori.

Ella giammai m’amò (da Don Carlo) – Ruggero Raimondi

Brano corrente

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