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11 Aprile 2015 | Paesaggio dell'anima

Verso Modena

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri

Modena City Ramblers: Ebano

Cari ascoltatori, ogni tanto bisogna tornare da dove si era partiti. È per questo che abbiamo iniziato oggi con «Ebano», bellissima canzone dei Modena City Ramblers, che compariva nella prima trasmissione del «Paesaggio dell’anima» andata on line dieci anni fa, nell’ormai lontano 22 marzo 2006. Dieci anni di viaggi dentro e intorno questa regione, con le musiche di questa regione, per comunicarvi la nostra felicità di essere qui, di vivere qui, nonostante tutto. Nonostante il terremoto, che ha colpito la pianura tra Bologna, Modena e Ferrara, sulle cui strade ci troviamo oggi, con la nostra macchina ancora ben funzionante dopo l’ultima revisione. E nonostante la crisi economica che, anche dalle nostre parti, ha colpito duro, mandando all’aria sogni, progetti e speranze. Abbandoniamoci allora alla musica, nostra consolatrice. La voce che stiamo ascoltando nei pressi di Cento, cittadina in provincia di Ferrara dove siamo arrivati accolti dal sole primaverile, è di Giuseppe Borgatti, uno dei più grandi tenori tra fine Ottocento e primi Novecento, acclamato per le sue interpretazioni wagneriane. Siamo davanti al bel teatro ottocentesco intitolato a Borgatti, nato a Cento nel 1871.

Richard Wagner: Lohengrin: Cigno gentil. Tenore: Giuseppe Borgatti.

Togliamoci di dosso un po’ di polvere, perché la voce di Borgatti, causa registrazione, sembra venire da un tempo molto lontano. Rimaniamo a Cento ancora per un altro brano, perché stiamo visitando il Museo Arrigo Tassinari, dedicato al flautista nato qui nel 1889, primo flauto alla Scala di Milano sotto la direzione di Arturo Toscanini, e maestro del più noto flautista italiano del Novecento, Severino Gazzelloni. Il quale, nella sua straordinaria carriera, ha suonato di tutto, dalla musica classica a quella d’avanguardia, dal jazz alla musica popolare. Una curiosità che vi vogliamo trasmettere, è che in un disco di colonne sonore dei film sexy italiani degli anni Settanta, pubblicato nel 2007 come divertimento di vintage musicale, ce n’è una firmata da Severino Gazzelloni. Il film è «Nella profonda luce dei sensi» del 1974, che nessuno ricorderà benché interpretato da Lucia Bosé e Stefania Casini. Dobbiamo dire che le musiche di Gazzelloni insieme all’ambientazione e ai costumi sono le cose migliori di un film non memorabile.

Severino Gazzelloni: La profonda luce dei sensi (colonna sonora del film omonimo, 1974).

La scelta di aprire le nostre musiche con i Modena City Ramblers non era dovuta solo a nostalgia. Era anche un omaggio a Modena, perché è verso la nuova capitale del ducato estense che ci stiamo dirigendo, dopo aver abbandonato a Bologna. Cento era una deviazione sulla via di Modena. Prima di arrivare ne faremo un’altra a Crevalcore, uno dei paesi più colpiti dal terremoto del 2012, con il centro storico dichiarato «zona rossa», chiese e edifici civili danneggiati, e tremila sfollati. Proprio qui nacque nel 1661 Giacomo Antonio Perti, che già abbiamo ascoltato nella trasmissione sulla musica barocca bolognese. Non sappiamo quale fosse la sua casa natale: forse una di quelle colpite dal terremoto e ristrutturata, nella via principale di Crevalcore, verso Porta Modena, dove è documentato che visse un suo antenato? Si sa solo che la casa di famiglia era «sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore». Il paese sta tornando piano piano alla normalità: ci sono ancora ponteggi e cantieri, e sarà difficile dimenticare la ferita. Noi lo facciamo ascoltando Giacomo Antonio Perti, che come ricorderete fu il maestro di Padre Martini, a sua volta maestro di Mozart.

Giacomo Antonio Perti: Messa a otto. Sinfonia avanti la Messa.

Eccoci finalmente arrivati a Modena, cari amici. Arrivati nella città diventata nel 1598 capitale del ducato estense, dopo il ritorno di Ferrara alla Chiesa a causa della morte senza eredi del duca Alfonso II. Gli Este dovettero quindi trasferire la corte a Modena, che divenne così un centro artistico e culturale di prim’ordine insieme con l’altra città del nuovo piccolo ducato, Reggio Emilia. Per quanto riguarda la musica, basta andare a vedere nella Galleria Estense la collezione di strumenti musicali del Seicento, per capire in quale considerazione fosse tenuta dai duchi. Uno dei musicisti più importanti del «secolo d’oro» modenese, il Seicento, fu Michelangelo Rossi, un genovese al servizio del duca Francesco II. Una sua opera, l’Andromeda, fu rappresentata a Ferrara nel 1638. Era soprattutto un autore di toccate e fughe, insomma musica strumentale. Ma ora lo ascoltiamo in una composizione vocale, perché le voci che vorremmo sentire sono quelle della rinascita, della primavera, che oggi ha fatto la sua prima e sicura apparizione nella Bassa emiliana.

Michelangelo Rossi: Ah, dolente partita (Huelgas Ensemble).

Brano corrente

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