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23 Maggio 2017 | Andare per...

Il Museo Archeologico di Marzabotto

A cura di Valeria Cicala

Il Museo Archeologico di Marzabotto è in diretta connessione con la vasta area archeologica demaniale costituita dal centro urbano di Pian di Misano e dall’acropoli di Misanello. L’antica città di Marzabotto, nata lungo la valle del Reno su un vasto pianoro sul quale si erge anche il moderno edificio museale, rappresenta un eccezionale esempio di organismo urbano di età etrusca, il cui assetto funzionale è ancora perfettamente leggibile in ognuna delle sue componenti fondamentali.

Il museo trae origine dalla collezione iniziata attorno al 1831 dalla famiglia Aria, antica proprietaria dei fondi ove sorgeva la città etrusca. Nella sua attuale configurazione conserva integralmente i numerosissimi materiali reperiti nel corso delle indagini su questo sito, insieme alle diverse testimonianze archeologiche che documentano l’ordito insediativo della media valle del Reno nell’arco di tempo compreso fra la preistoria e l’età romana. In particolare, la vita dell’antica città viene illustrata secondo una successione topografica che ricostruisce i vari aspetti del centro abitato: dalla frequentazione a scopo religioso dell’acropoli e del santuario urbano dedicato al culto delle acque, alla struttura architettonica delle dimore private, agli arredi e alle suppellettili domestiche sino all’organizzazione delle officine e degli impianti produttivi. Non mancano, infine, materiali collegabili con gli usi e i costumi funerari di età etrusca, che fanno parte di corredi tombali rinvenuti in varie località del territorio.

Dell’antico abitato colpisce specialmente la regolarità geometrica del tracciato urbano costruito come un grande reticolato le cui strade, dotate di marciapiedi e fornite di sistemi di smaltimento delle acque reflue, corrono ortogonalmente suddividendo lo spazio cittadino in quartieri, ove trovano posto numerosi edifici ad uso abitativo e i laboratori artigianali, specializzati prevalentemente nella fabbricazione dei laterizi e nella produzione metallurgica. Un’area sacra, composta da stabilimenti adibiti al culto, è ubicata sull’altura dominante di Misanello. I resti strutturali conservati sino all’altezza dei basamenti rappresentano le evidenze monumentalizzate di due edifici templari affiancati dai rispettivi altari. L’impianto urbanistico è completato da due zone cimiteriali (necropoli est e nord) ove si trovano ancora in situ numerose tombe del tipo a cassone in lastre di pietra ancora osservabili nei loro particolari costruttivi.

Ai piedi dell’acropoli, al di fuori del perimetro urbano, è posto un altro edificio religioso, che il non perfetto allineamento con il sistema stradale della città rivela anteriore alla fondazione della Marzabotto del V secolo a.C. Esso viene interpretato come santuario fontile perché si trova in stretta vicinanza di una sorgente presso la quale si praticavano, evidentemente sin da tempi antichissimi, culti salutari delle acque. Benché preceduta da una fase di vita risalente al VI secolo a.C., la nascita di Marzabotto nel suo aspetto attuale si colloca agli inizi del V secolo a.C., in un quadro di mutamenti storici e politici che danno vita a un processo di riorganizzazione, da parte degli Etruschi, del tessuto insediativo padano e che conducono al consolidamento di centri preesistenti come Bologna e alla fondazione di nuove realtà insediative in luoghi-chiave dal punto di vista itinerario. In questo scenario Marzabotto acquista la funzione di caposaldo a controllo di una via appenninica – la valle del Reno – di estrema importanza per le comunicazioni fra un versante e l’altro della penisola.

Colpita da un inarrestabile declino a partire dalla metà del IV secolo a.C., la città decadde rapidamente per non risorgere mai più. A questa brusca interruzione nella continuità di vita dobbiamo la sua conservazione sino a noi e la sua riscoperta in seguito ad una serie di prospezioni archeologiche che hanno preso l’avvio nell’Ottocento e continuano tuttora.

Per saperne di più consulta la Banca Dati Musei di IBC.

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