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14 Novembre 2013 | Archivio / Attualità

Immigrazione, in Emilia-Romagna il fenomeno è stabile

In Emilia-Romagna l’immigrazione è donna

A cura di Cinzia Leoni e Paolo Rambaldi. Interviste di Claudia Graziani

14 novembre 2013

In Emilia-Romagna l’immigrazione è donna.  Per la prima volta in ogni provincia le donne superano gli uomini, mentre tra i banchi di scuola l’incidenza percentuale degli alunni stranieri si conferma la più alta d’Italia, il 15% del totale, a fronte di una media nazionale dell’8,8%. Questi sono i dati contenuti nel Dossier Statistico Immigrazione 2013, dell’ufficio nazionale anti discriminazioni razziali (Unar) presentati in Regione.  

I cittadini stranieri regolarmente soggiornanti sarebbero 577mila, il 12,9% della popolazione complessiva residente. Dall’indagine a cura dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione, che collabora alla stesura del Dossier, emerge un quadro all’insegna della stabilità. Confermata la crescita dai  dati relativi ai cittadini stranieri residenti. Confermata la crescita della popolazione straniera residente, anche se a un ritmo inferiore rispetto al passato. l’incremento nel 2012 è del 3,3%, dunque decisamente più basso degli anni precedenti .

Sentiamo il commento della vicepresidente Simonetta Saliera

Intervento Simonetta Saliera

Tornando al Dossier nell’anno scolastico 2012/2013 l’Emilia-Romagna si conferma al primo posto fra le regioni italiane per incidenza di alunni stranieri (15% del totale, a fronte di una media nazionale dell’8,8%). L’incidenza percentuale è quindi cresciuta ulteriormente rispetto al 14,6% dell’anno scolastico 2011/2012; nell’anno scolastico 2008/2009 il valore percentuale era inferiore al 13%. In particolare, rispetto al dato medio (15%), ci sono valori più elevati nella scuola primaria (16,2%) e nella secondaria di primo grado (15,9%) e dell’infanzia (15,4%). Per la prima volta, i nati in Italia risultano oltre la metà (50,2%) degli alunni stranieri iscritti alle scuole di ogni ordine e grado della regione.Si conferma il crescente processo di femminilizzazione: per la prima volta in tutte le province le donne straniere superano gli uomini,52% a livello regionale.

Aumentano le acquisizioni di cittadinanza. Anche se l’Italia è tra gli ultimi posti in Europa in materia di concessioni di nazionalità, da un punto di vista quantitativo sono comunque aumentati i casi di ottenimento della cittadinanza italiana da parte di cittadini stranieri in Emilia-Romagna: se nel 2008 risultavano 6.350 nel 2010 raggiungono le 7.912 persone e nel 2012 arrivano a 8744.

Nel corso del 2012 la banca-dati Inail mostra 353.184 lavoratori dipendenti stranieri occupati in Emilia-Romagna, pari al 19,1% dei lavoratori complessivi: valore in linea con quello registrato lo scorso anno. Oltre la metà (52,2%) degli occupati lavora nel macro-settore dei servizi (valore percentuale in crescita rispetto al 51% registrato nel 2011). Seguono l’industria (35,2%, in flessione di circa due punti percentuali rispetto all’anno precedente) e infine stabile l’agricoltura (9,9%). I Paesi più rappresentati fra i lavoratori dipendenti sono, nell’ordine, Romania, Marocco, Albania, Cina.

Ma la crisi economica ha bloccato l’emigrazione? Ce ne parla Pietro Pinto del comitato scientifico Immigrazione, intervistato da Claudia Graziani.

Intervista Pietro Pinto

Secondo i dati del Registro delle Imprese – Infocamere, al 31 dicembre 2012 le imprese con titolare straniero sono oltre 35mila e costituiscono l’8,3% del totale delle attive in regione. Questo dato è in crescita rispetto a quello dell’anno precedente; infatti nel 2011 le imprese erano circa 34.000 e rappresentavano il 7,9% del totale delle imprese. Si tratta indubbiamente di un altro significativo indicatore di integrazione e stabilizzazione della popolazione straniera. I principali settori economici sono le costruzioni (45,1%),segue il commercio (24,5%), le attività manifatturiere (11,3%) e la ristorazione (5,2%). I Paesi di provenienza più rappresentati sono, nell’ordine, Albania, Marocco e Cina.

L’apporto dei lavoratori stranieri è importante non solo sul versante produttivo, ma anche su quello fiscale, contributivo e dei consumi. Secondo i dati elaborati dall’Agenzia socio-sanitaria regionale i lavoratori stranieri percepiscono un reddito medio di 1.027 euro netti al mese con una differenza di 314 euro medi in meno rispetto ai lavoratori italiani, pari a -23,4%. Prendendo in considerazione i contributi versati a carico del lavoratore e quelli a carico dell’impresa e le tre diverse aliquote contributive, l’ammontare economico contributivo generato dal lavoro degli immigrati risulta di quasi 900 milioni di euro. Il gettito fiscale complessivo dei lavoratori stranieri si può valutare intorno ai 500 milioni di euro, per un totale di 1 miliardo e 400 milioni di entrate.

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