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28 Novembre 2013 | Archivio / Attualità

Spettacolo: due ricerche analizzano il settore in Emilia-Romagna

A cura di Cinzia Leoni

28 novembre 2013

Come va lo spettacolo in tempo di crisi? E in che modo le difficoltà economiche stanno condizionando il mercato del lavoro in questo settore in Emilia-Romagna? A queste domande rispondono due studi presentati nei giorni scorsi a Bologna, a cura dell’Osservatorio dello Spettacolo della Regione Emilia-Romagna. In sintesi cala la proposta spettacolare ma cresce la spesa, mentre l’occupazione culturale riflette gli effetti della crisi. Il commento dell’Assessore Regionale alla cultura Massimo Mezzetti.

Intervista a Massimo Mezzetti

La prima ricerca dal titolo “Produrre e frequentare lo spettacolo in tempo di crisi” è  incentrata su un’analisi di tipo economico sviluppata per l’Osservatorio da Michele Trimarchi e da una ricerca di tipo qualitativo che ha coinvolto, oltre ad un campione rappresentativo del pubblico, i rappresentanti di 19 imprese regionali dello spettacolo dal vivo e del cinema.

Intervista a Michele Trimarchi

Secondo la prima ricerca la  crisi economica si ripercuote in misura notevole sulle scelte e sui comportamenti delle famiglie, con un’inevitabile contrazione della spesa quotidiana e un conseguente riequilibrio tra le diverse voci di spesa.
Dalle imprese emerge che hanno ridotto il numero delle produzioni e delle tournée ma hanno posto in primo piano la salvaguardia della qualità. Le imprese segnalano inoltre conseguenze negative sul piano professionale con la riduzione o il contenimento del numero dei lavoratori.

Per quanto riguarda gli spettatori, dai focus group emerge l’immagine di un consumatore consapevole e informato: la crisi lo ha portato a ridurre i consumi personali e familiari, ma cerca di mantenere un buon livello di vita scegliendo con attenzione e criterio. Considera la cultura un valore e quindi una priorità.

Per quanto riguarda lo spettacolo dal vivo, nel quinquennio 2007-2011 le recite sono calate del 14%, da 18.374 a 15.797, mentre il pubblico ha visto una flessione molto contenuta, lo 0,6%, da 3.089.800 a 3.069.800 biglietti. È invece aumentata la spesa del 18,9%, da 45.426.000 a 54.015.900 euro. Le stesse linee di tendenza si registrano nel cinema: il pubblico è calato del 3,5%
Premesso che non è comparabile il numero delle rappresentazioni, i biglietti sono passati da 11.677.100 a 11.265.800, mentre la spesa del pubblico è aumentata del 6%, passando da 67.690.700 a 71.734.800 euro.

La seconda ricerca analizza lo stato dell’occupazione dello Spettacolo in Emilia-Romagna nell’arco del decennio 2002-2011:  un quadro in massima parte in linea con gli andamenti nazionali. Nel 2011 (ultimo anno rilevato dall’Inps/Enpals), in Emilia-Romagna i lavoratori dello spettacolo dal vivo erano 7.066, con un calo rispetto al 2002 superiore al 20%, ma concentrato sugli artisti del settore della musica e della danza. Sono viceversa aumentati i lavoratori del settore teatro e tra questi in particolare le figure dell’area organizzativa (+26,8%). Degli occupati, quelli a tempo indeterminato (con riferimento agli enti finanziati dalla Regione), sono solo il 21%.
Il cinema nel 2011 poteva contare su un totale di 2.005 addetti, con un incremento superiore al 30% rispetto al 2002. Complessivamente i lavoratori dello spettacolo hanno prodotto nel 2011 un reddito pari a 73.730.000 euro.

I report delle ricerche sono disponibili sul sito web dell’Osservatorio Regionale.

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