9 aprile 2010
All’orizzonte c’è la Cispadana, la prima autostrada regionale che collegherà il casello di Reggiolo-Rolo a quello di Ferrara sud, creando così un’alternativa al corridoio della via Emilia e lontano dai grandi centri abitati. C’è il completamento e la riqualificazione delle infrastrutture previste dalla precedente programmazione, ma anche una maggiore offerta di servizi di trasporto pubblico locale, bus e treni. Cosa accadrà, da qui ai prossimi dieci anni, ai trasporti e alla mobilità in Emilia-Romagna è contenuto nella linee guida del nuovo Prit, il Piano regionale integrato dei trasporti. Con quest’anno si chiude infatti il “vecchio” Prit98, che lascia il posto al nuovo Piano 2010-2020. Dei nuovi obiettivi ce ne parla Paolo Ferrecchi, direttore generale Reti infrastrutturali, logistica e sistemi di mobilità della Regione Emilia-Romagna.
Intervista
Il valore complessivo degli interventi previsti dal Prit98 è di circa 31 miliardi di euro: oltre 16 miliardi per il settore stradale, 14,4 per il ferroviario. Le opere finora realizzate ammontano a circa 13,6 miliardi di euro, quelle in cantiere si aggirano sui 10,9 miliardi: un elenco davvero lungo.
Il nuovo Piano punterà sempre di più sui mezzi collettivi, sul trasporto pubblico locale, per città più pulite e meno congestionate. Una sfida davvero ardua se si pensa che in Emilia-Romagna, dove ci sono ben 9 milioni di spostamenti stabili ogni giorno, dal 2001 al 2008 i tragitti a piedi o in bici sono diminuiti (dal 28,7 al 21,3%), è rimasta pressoché costante la percentuale di utilizzo del mezzo pubblico (dal 7,7 al 7,3), mentre è nettamente aumentato il ricorso all’automobile: dal 58,4 al 67,2%. La parola a Carlo Caminucci dell’Isfort, l’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti.
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