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13 Novembre 2009 | Archivio / Economia

L’istituto ortopedico Rizzoli entra nella Rete alta tecnologia della Regione

Ecco i primi sei nuovi laboratori di ricerca del tecnopolo di Bologna

A cura di Barbara Galzigna e Barbara Musiani

13 novembre 2009

Sessantasette nuovi ricercatori, strumentazioni di avanguardia e ricerca a tempo pieno sulle biotecnologie e la bioinformatica.

Sono i sei nuovi laboratori che compongono il RIT-Research innovation technology, il nuovo dipartimento dell’Istituto ortopedico Rizzoli (Ior) di Bologna che costituisce una sorta di anticipo di quello che sarà il tecnopolo in costruzione all’ex-Manifattura Tabacchi. Questo il commento degli assessori regionali alle attività produttive Duccio Campagnoli e alle politiche per la salute Giovanni Bissoni.

Intervista a Duccio Campagnoli e a Giovanni Bissoni

I nuovi laboratori di ricerca, che affiancano gli altri nove che già da anni operano allo Ior, per il momento funzioneranno negli spazi allestiti e ristrutturati dell’istituto Rizzoli, poi si trasferiranno all’ex Manifattura.

Venti milioni di euro serviranno per l’avvio e il funzionamento nei primi tre anni, per metà provenienti dai fondi europei gestiti con il programma operativo regionale mentre l’altra metà dal Rizzoli.

I centri racchiudono un patrimonio di eccellenze scientifiche in numerosi ambiti di ricerca: dalla medicina rigenerativa agli studi sperimentali sulla biocompatibilità di materiali e dispositivi medici, dalle nanobiotecnologie alle applicazioni cliniche della bioingegneria e della bioinformatica.

Il perché dell’adesione al progetto del tecnopolo bolognese, con l’ingresso nella Rete alta tecnologia dell’Emilia-Romagna, è spiegato dal direttore scientifico dello Ior, il professor Francesco Antonio Manzoli.

Intervista professor Antonio Manzoli
Intervista al direttore generale dello Ior, Giovanni Baldi

 

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