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19 Settembre 2013 | Archivio / Economia

Meno gas serra dall’agricoltura con Climate ChangER

Per la riduzione delle emissioni di gas serra di origine agricola

A cura di Cinzia Leoni

19 settembre 2013

Per la riduzione delle emissioni di gas serra di origine agricola la Regione Emilia-Romagna si candida a laboratorio nazionale insieme ad alcuni dei principali marchi dell’agroalimentare italiano e della grande distribuzione, come Barilla, Coop, Granarolo, Granterre, Centro Servizi Ortofrutticoli, Apoconerpo e Unipeg.

E’  quanto previsto da  Climate ChangER un progetto che si propone di mettere a punto tecniche di coltivazione e di allevamento che riducano la produzione di CO2 e degli altri principali gas climalteranti, a parità di rese produttive e qualità dei prodotti. Approvato  dalla  Commissione UE  nell’ambito del Programma LIFE, il progetto ha durata triennale e un costo di 1,8 milioni di euro cofinanziati al 50% dall’Europa. 

Ed è  proprio dalla partecipazione di alcuni tra i più importanti gruppi nazionali e internazionali dell’agroalimentare e della grande distribuzione che arriva il valore aggiunto di Climate ChangER, un partenariato che rappresenta direttamente e indirettamente circa il 30% delle imprese agricole regionali e 7,5 milioni di consumatori. E’ infatti un aspetto importante la possibilità di condividere  le esperienze già avviate nel campo della sostenibilità ambientale dai singoli partecipanti.  

I partner scientifici del progetto sono Arpa (l’Agenzia regionale di prevenzione e ambiente) e gli enti di ricerca  Crpv di Cesena e Crpa di Reggio Emilia. Un ulteriore supporto sarà fornito dal  Consorzio del Parmigiano Reggiano.
L’obiettivo del progetto è mettere a punto nuovi disciplinari di produzione agricola e zootecnica, utilizzando le tecniche più avanzate individuate dalla ricerca in ambito internazionale e partendo dall’esperienza ormai consolidata in Emilia-Romagna della lotta integrata

Buone pratiche che potranno prevedere, tra l’altro, la riduzione dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci, una più razionale gestione delle risorse idriche,  tecniche di lavorazione della terra più leggere, diverse modalità di gestione delle deiezioni, nuovi tipi di alimentazione degli animali.
I settori  su cui si lavorerà sono quelli di  grano duro, pomodoro da industria, pero, pesco, fagiolino, bovini  (per la produzione di latte alimentare e di Parmigiano-Reggiano e da carne).

La sperimentazione in azienda (grazie a un campione di imprese  agricole che hanno già dato la loro disponibilità) sarà un passaggio importante, ma l’obiettivo finale è introdurre in modo stabile i nuovi disciplinari nelle filiere produttive regionali, anche grazie alle risorse della nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, sostenendoli e valorizzandoli presso i consumatori. Le emissioni di origine agricola dell’Emilia-Romagna dovranno essere ridotte, attraverso l’applicazione delle nuove metodologie, di 200 mila tonnellate di CO2 equivalenti in tre anni, in coerenza con gli obiettivi  europei.

Attraverso l’utilizzo della metodologia dell’LCA (Life Cycle Assessment) il progetto potrà calcolare le emissioni delle diverse colture in una logica di sostenibilità complessiva.
I gas più  coinvolti nel cambiamento climatico in atto sono l’anidride carbonica (CO2), il protossido di azoto (NO2) e il metano (CH2).  Secondo gli esperti il settore agricolo nel suo complesso contribuisce al 6,7% della produzione di gas serra.  

Link notizia
http://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/primo-piano/meno-gas-serra-dallagricoltura-con-climate-changer

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