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13 Gennaio 2009 | Archivio / Economia

Nonostante la crisi, previsioni incoraggianti per il made in Italy

Bene l’export dell’Emilia-Romagna.

A cura di Claudio Bacilieri.

13 gennaio 2009

Le preoccupazioni per il made in Italy nel mondo persistono anche se alcune previsioni fanno ritenere che nel primo trimestre del 2009 le esportazioni italiane non dovrebbero risentire troppo dello stato di grave crisi dei mercati dei paesi industrializzati. A porre un freno alle   insidie del mercato globalizzato dovrebbero essere i paesi esportatori di petrolio e i paesi emergenti,   secondo un’indagine di Unioncamere-Assocamerestero. Settori trainanti dell’economia italiana saranno ancora una volta la moda, i mobili, i sistemi agroalimentare, meccanico ed elettronico.

Per quanto riguarda il settore moda, da sempre fiore all’occhiello dell’export italiano, iniezione di fiducia e di grandi investimenti verrà fatta soprattutto dalla Russia che si porrà al secondo posto in questa graduatoria, scalzando gli Stati Uniti. La Russia sarà, quindi, seconda solo alla Germania che rimane il paese con le maggiori importazioni di moda italiana, sebbene con un decremento del 4,1%.  Nel settore tessile-abbigliamento-calzature bene anche India e Cina con un incremento rispettivamente del 25,8% e 17,1%. Nel settore dei mobili è ancora la Russia, con Turchia e Cina a far registrare le variazioni più alte. La Russia diverrà, con un incremento rispetto allo stesso trimestre del 2008 pari al 10,8%, la nazione verso la quale si muoverà il 32% dell’esportazione totale di tale settore, il doppio rispetto al 2004.

Con cifre meno alte, ma comunque di forte incremento, anche Cina e Turchia saranno partner importanti per le esportazioni di arredamento, in quanto entrambi i paesi nel periodo gennaio-marzo 2009 spenderanno in Italia 6 milioni di euro a testa come media mensile. Questi ultimi due Stati, poi, vedranno un incremento anche nelle importazioni dei prodotti agroalimentari con un aumento per la Cina – grazie all’abbattimento dei dazi doganali per alcuni prodotti e al mutamento di usi e costumi della popolazione – addirittura del 65% e per la Turchia del 70% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Nel comparto meccanica va a gonfie vele l’export verso la Russia (+4%, 269 milioni di euro medi mensili) e soprattutto verso l’India. Il paese asiatico grazie a un boom recente è sempre alla ricerca di prodotti in tale campo e si stima che nel primo trimestre 2009 la richiesta dei prodotti italiani sarà superiore del 60% rispetto al 2008, un aumento costante che va avanti ormai da quattro anni.

Nel settore elettronico e di precisione il maggior importatore è la Germania che registra una crescita del 5%. Bene l’elettronica anche verso Russia e Cina che nel 2009 dovrebbero arrivare agli stessi livelli, fatto importante soprattutto per la Russia che nel 2004 importava circa la metà di quanto faceva la Cina. Bene anche l’India, nonostante il calo fisiologico dovuto al boom del biennio 2006-2007 e il Brasile con un 6,4% di incremento. Male invece l’esportazione verso gli Stati Uniti con un decremento del 10,9%.
In questo contesto, appare buona la performance dell’Emilia Romagna, le cui esportazioni manifatturiere sono cresciute dell’11,4% nel secondo trimestre del 2008 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, come rileva il focus sull’Emilia-Romagna del Monitor dei distretti realizzato dal Servizio studi Imi-San Paolo. Un tasso di crescita sostenuto quello emiliano-romagnolo, ben superiore al dato medio nazionale, che si è fermato al 5,7%. La differenza, pur riducendosi, resta evidente se si considera tutto il primo semestre dell’anno in corso, quando la crescita dell’export della regione è stata pari al 9%, contro il +5,3% nazionale, dovuta ai buoni risultati ottenuti sui mercati esteri da gran parte delle principali specializzazioni produttive della regione, dal calzaturiero agli alimentari, dall’abbigliamento alla meccanica.
I buoni risultati dell’Emilia-Romagna sono spiegati dal maggior peso di alcuni distretti specializzati nella meccanica o nell’alimentare, ma anche da produzioni che, come le calzature o il tessile-abbigliamento, altrove sono state penalizzanti per le aree distrettuali italiane.

Nella Meccanica nel periodo aprile-giugno 2008 le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia hanno confermato gli ottimi risultati del primo trimestre, mentre le macchine per l’imballaggio di Bologna hanno mostrato segni di accelerazione. Nei mesi primaverili sono tornate a crescere anche le macchine per il legno di Rimini e le macchine utensili di Piacenza, mentre la Food Machinery di Parma ha subito un fisiologico arretramento dopo un 2007 eccezionale (+36,3% rispetto al 2007). Nel Sistema moda hanno brillato l’abbigliamento di Rimini e le calzature di San Mauro Pascoli, che hanno toccato tassi di crescita compresi tra il 17% e il 30%. La situazione congiunturale si è mantenuta difficile per l’importante distretto delle piastrelle di Sassuolo che, tuttavia, nonostante i pesanti arretramenti subiti sul mercato americano, ha mostrato segni di tenuta, puntando su nuovi mercati e consolidando la propria presenza in alcuni tradizionali sbocchi commerciali.

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