8 giugno 2012
Nel 2011 cresce la produzione agricola e l’export , cala la superficie agricola e l’occupazione del settore. Sono i dati che emergono dal Rapporto 2011 sul sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna, presentato a Bologna nei giorni scorsi e curato da Roberto Fanfani dell’Università di Bologna.
Il 2011 consolida i risultati positivi del 2010 sia per quanto riguarda la produzione lorda vendibile (+1,8% pari a un valore di 4,3 miliardi di euro), che per quanto riguarda l’export con un + 10%, a conferma dell’eccellenza delle produzioni emiliano-romagnole. E’ diversificato l’andamento dei diversi comparti. Bene cereali, vino e carne. In flessione ortofrutta e colture industriali.
In calo però i redditi delle aziende agricole, con un dato medio del -3% conseguenza soprattutto del forte aumento (+4,5%) dei costi intermedi. Diminuisce anche l’occupazione agricola (circa 4.000 unità in meno) e si conferma il problema dello scarso ricambio generazionale nelle aziende.
“Siamo di fronte a un’agricoltura che cresce e che alimenta un comparto agroalimentare che rappresenta il 15% del Pil regionale, ma che, nonostante questo non riesce a dare reddito sufficiente agli agricoltori. Di fronte a questo paradosso – ha dichiarato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – sono due le strade su cui occorre lavorare: un’agricoltura più contrattualizzata, in grado di programmare produzione e commercializzazione, e un rapporto più equilibrato con la grande distribuzione.
L’assessore Rabboni ha anche ricordato che in Emilia-Romagna dopo la costituzione dell’organismo interprofessionale del pomodoro da industria e di quello ormai imminente della pera, si sta lavorando a un organismo che regoli l’intera filiera delle carni suine. Ma occorrono anche politiche più incisive a livello italiano ed europeo. Da questo punto di vista costituisce sicuramente un passo in avanti importante la riforma voluta dal ministro Catania che introduce per la prima volta l’obbligo di contratti scritti con la Grande distribuzione organizzata.
Altro tema di attualità al centro del Rapporto 2011è la progressiva riduzione di superficie agricola, a livello nazionale e regionale. Tra il 2000 e il 2010 la diminuzione in Emilia-Romagna è stata del 5,5% con percentuali particolarmente alte in montagna. “
E’ in calo l’occupazione agricola (circa 4.000 unità in meno), mentre risulta in aumento fino a quasi 5,5 miliardi il credito agrario, che rappresenta il 12,6% del credito agrario nazionale e il 3,2% del credito totale della regione. A conferma delle difficoltà finanziarie, cresce anche il credito agrario in sofferenza.
Risulta diversificato l’andamento dei diversi comparti: in flessione le colture orticole (-6,7%), frutticole (-22,1%) e quelle industriali (-7,1%), bene invece i cereali (+12,7%), il compatto zootecnico (+8%) e il vino che è cresciuto del 12%, nonostante la generale riduzione delle superfici, grazie all’ottimo livello qualitativo delle uve e dei vini. Bene la produzione di latte (+6,2%). In aumento, per il Parmigiano Reggiano, sia la produzione (+6,8%), che i listini (+20%).
L’industria alimentare regionale nei primi nove mesi del 2011, secondo Unioncamere, è cresciuta dello 0,9% in termini di produzione e dell’1% in termini di fatturato. In aumento del 10,3% delle esportazioni l’export che raggiunge i 4.896 milioni di euro.
E’ confermata la questione del ricambio generazionale, infatti la presenza di giovani resta limitata. Sui 73 mila titolari di azienda agricola quasi 15 mila sono over 75 anni e più di 16 mila hanno un’età compresa tra i 65 e i 74 anni mentre i titolari di azienda agricola entro i 39 anni sfiorano l’8%. Acquistano dunque una rilevanza centrale le due classi intermedie (40-54 e 55-64 anni), pari al 50% del totale.
Il terremoto che ancora in questi giorni sta colpendola regione Emilia-Romagnaha causato ingenti danni anche al settore agricolo sentiamo il commento dell’assessore Tiberio Rabboni
Intervento assessore Tiberio Rabboni
Per approfondimenti:
Plv 2011: i dati per provincia — pdf, 10.3 kB
