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24 Ottobre 2012 | Archivio / Economia

La Regione e Slow food al Salone del Gusto-Terra Madre nel segno del terremoto

A cura di Cinzia Leoni

24 ottobre 2012

Dal 25 al 29 ottobre al Salone del Gusto Terra-Madre di Torino (padiglione 1 E20 di Lingotto Fiere) la Regione e Slow Food Emilia-Romagna portano i prodotti e i produttori emiliano-romagnoli e lo fanno all’insegna di un motto “Ricooperiamo” che vuole essere anche un auspicio e un invito a ricostruire e ripartire dopo il sisma e farlo valorizzando l’attitudine tipica di queste terre alla cooperazione e alla mutualità, anche in campo agricolo.

L’iniziativa è stata presentata in Regione dall’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni che ha sottolineato nell’occasione che non si poteva mancare a questo importante appuntamento delle comunità del cibo. “E questo – ha spiegato l’assessore – non solo perché siamo una delle grandi regioni europee che ha saputo salvaguardare nel tempo le proprie tradizioni enogastronomiche, ma anche perché proprio da questa vetrina mondiale vogliamo raccontare la terra del terremoto e i suoi valori, a partire dalla ferma volontà di ricostruire insieme quello che è stato distrutto. Sono certo che torneremo a casa avendo ricevuto solidarietà, attenzione e vicinanza”.

Al centro del programma dunque i territori e i prodotti del terremoto che saranno protagonisti in particolare della giornata di venerdì 26: i maccheroni al pettine, il vino di uva pellegrina e la torta degli ebrei dell’osteria La Fefa di Finale Emilia, chiusa dopo il sisma; la “cena degli avanzi” dei ragazzi della Lanterna di Diogene di Solara di Bomporto, ma anche le pere abate IGP della bassa modenese raccolte rispettando i giusti tempi di maturazione, “una necessità perché molti impianti di refrigerazione sono andati distrutti, ma anche un piccolo segnale – ha spiegato il presidente di Slow Food Emilia-Romagna Antonio Cherchi – che può essere aperta anche una strada diversa”. Agricoltura e terremoto saranno al centro della riflessione che l’assessore regionale Rabboni farà insieme ai rappresentanti di Slow Food Abruzzo e al vicepresidente di Slow Food Giappone Masayoshi Ishida, mentre il tema del sisma si salderà con quello della legalità in una serie di appuntamenti in collaborazione con l’Associazione Libera. 

Tra i temi al centro del programma messo a punto da Regione e Slow Food anche quello dei Mercati della Terra (protagonisti quelli di Bologna, Colorno e Reggio Emilia) e quello della difesa delle varietà locali tipiche di un territorio. “Farine del nostro sacco” dunque, ma anche micro birrifici e le opportunità della legge regionale che sancisce la nascita dell’agricoltore “custode della biodiversità”.
Al tema dell’agricoltura “in quota” delle aree appenniniche, fondamentale strumento di sostenibilità ambientale e sociale verrà dedicata un’attenzione particolare. Negli ultimi 10 anni, come ha ricordato  Rabboni, hanno chiuso nel nostro Appennino  il 45% delle aziende agricole, mentre la superficie coltivabile è scesa del 21%. Un tema importante su cui verrà fatto un focus  insieme ai prodotti del Parco delle Foreste Casentinesi  e la bovina romagnola, gli assaggi di Pecora cornigliese e di Vacca Bianca modenese, i prodotti dell’Appennino reggiano, la comunità del cibo del Tortello alla lastra di Santa Sofia, Tredozio e Corezzo.

La giornata conclusiva vedrà protagonista la pesca. Si parlerà di consumo sostenibile del pesce. Per tutte le cinque giornate la compagnia teatrale Koinè organizzerà laboratori per insegnare al pubblico a “farsi da mangiare”: via libera dunque alla sfoglia e ai diversi tipi di tagliatelle, tagliolini e al pane fatto in casa. 

Il programma completo 

www.ermesagricoltura.it
www.slowfood.it

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