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3 Dicembre 2010 | Archivio / Economia

Ricerca: in Emilia-Romagna la medicina di domani

A cura di Cinzia Leoni

3 dicembre 2010

Dalla medicina rigenerativa alla genomica, in un anno sono stati stipulati 81 contratti tra ricerca e imprese per un valore di 7,2 milioni. Collaborazioni tra Università e imprese che vedono al lavoro ogni giorno 130 ricercatori. Sono queste, in sintesi estrema, le cifre che raccontano l’attività della piattaforma Scienze della vita, coordinata da ASTER. Strutture al lavoro per costruire, a braccetto con le imprese, la medicina di domani. All’interno di questo bilancio spicca il ruolo di BioPharmaNet, realtà di punta che riunisce laboratorio dei quattro atenei regionali e realizza da sola 27 contratti per 4,3 milioni.

I risultati della piattaforma sono stati presentati il 30 novembre scorso a Bologna nel corso del convegno “Next generation medicines”, organizzato da BioPharmaNet in collaborazione con Aster, Confindustria Emilia-Romagna, Farmindustria e Assobiotec. Un’occasione per presentare i risultati più interessanti e le prospettive aperte dalle ricerche sviluppate negli ultimi anni, cui hanno partecipato rappresentanti del sistema sanitario regionale e delle industrie.

Dalla genomica alla medicina riabilitativa – ha spiegato il direttore di Aster Paolo Bonaretti – l’Emilia-Romagna è in prima fila nelle attività di ricerca che stanno costruendo il futuro della prevenzione, della cura e della riabilitazione. Nei prossimi dieci anni cambieranno l’80% delle nostre conoscenze, di diagnosticare e curare malattie proprio grazie alle nuove scoperte. La piattaforma e BioPharmaNet in particolare stanno lavorando bene per non far perdere alla nostra regione il treno di queste grandi innovazioni, che potranno essere realizzate solo con un lavoro congiunto tra imprese, ricercatori e strutture sanitarie”.

Il bilancio della piattaforma vede, in un anno d’attività (da novembre 2009 a oggi), 42 contratti già conclusi e 39 ancora in corso. Funziona a pieni giri, insomma, il motore del laboratorio Emilia per quel che riguarda la ricerca nel settore delle Scienze della vita. La riprova arriva dall’analisi delle fonti di finanziamento: le ricerche sono finanziate per il 96% esclusivamente dalle imprese, senza contributi pubblici. Una percentuale più che doppia rispetto alla media di tutti gli altri settori, ferma al 40%.

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