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18 Settembre 2012 | Archivio / Emilia-Romagna per il mondo

I polacchi al servizio dell’Europa

Il Museo del Calcolo di Pennabilli ha ospitato una mostra sulla crittografia grazie alla collaborazione tra le Regioni gemellate Wielkopolska e Emilia-Romagna

A cura di Claudio Bacilieri

18 settembre 2012

Cari ascoltatori, oggi vi raccontiamo una storia che forse pochi di voi conoscono. A dare una svolta favorevole agli alleati nella seconda guerra mondiale fu il successo riportato nella crittologia – cioè nella decifrazione di testi segreti – dai matematici polacchi di Poznan, che riuscirono a decifrare i codici di Enigma, la macchina per cifrare usata dalle forze armate tedesche. Furono gli esperti polacchi a violarla dopo lunghe ricerche, riuscendo così a passare agli alleati preziose informazioni. E’ stato anche grazie alle sperimentazioni su Enigma che si è poi arrivati alla costruzione del computer.

Nel 2010 la RegioneWielkopolska, una delle due regioni polacche gemellate con l’Emilia-Romagna, ha organizzato un’esposizione intitolata “Enigma. Decifrare la vittoria. I polacchi al servizio dell’Europa”, inaugurata nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles e ospitata fino al 26 agosto scorso anche nella nostra regione, nel Museo del Calcolo di Pennabilli (Rimini), dov’è stata visitata da 3.150 persone, tra cui 350 cittadini polacchi, che grazie alla cooperazione tra le due Regioni hanno usufruito dell’ingresso gratuito. 

Abbiamo con noi il professor Renzo Baldoni, direttore del Museo del Calcolo di Pennabilli “Mateureka”, che ha allestito la mostra. 

Professor Baldoni, da migliaia di anni la storia dell’uomo è attraversata dalla lotta fra chi inventa metodi sempre più sofisticati per trasmettere messaggi segreti e chi fa di tutto per decrittare i codici, cioè scoprirne il significato nascosto. In questo scontro vengono coinvolte la matematica, la linguistica, l’enigmistica, la statistica, l’elettronica, l’informatica, la fisica quantistica. La mostra organizzata a Pennabilli dalla Regione Wielkopolska in collaborazione con il Consolato Generale della Polonia a Milano, che cosa ha insegnato in questo senso? 

Dalla decodifica della macchina crittografica tedesca Enigma al computer, il passo è stato davvero breve? E’ vero, cioè, che una delle ricadute tecnologiche più importanti della lotta fra inventori e solutori di codici è stato proprio il computer? 

Il museo che lei dirige, visitato ogni anno da migliaia di studenti, è nato all’insegna di Galileo Galilei, secondo il quale il libro dell’universo è scritto in un linguaggio matematico.  E’ dunque la matematica che detiene il segreto ultimo della forma e dello spazio, il segreto dell’universo?

A proposito di segreto, fino a poco tempo fa la crittografia, anche grazie alla guerra fredda, era vista come un’arma al servizio dei militari e della sicurezza delle principali nazioni. Oggi, invece, un numero enorme di messaggi viaggia su ogni sorta di canali, dalla posta tradizionale al telefono, alla radio, al telefax, a internet e alle linee di trasmissione dei dati ad alta velocità; spesso sono informazioni preziose e riservate, da proteggere da orecchi e occhi indiscreti. La tutela della privacy è diventata vitale: ci può spiegare perché solo la crittografia può assicurarla in modo efficace?

Un’ultima domanda, professor Baldoni. Un museo interessante come il suo in un piccolo paese come Pennabilli: come mai il calcolo e la matematica sono approdati in questo antico borgo sull’Appennino?

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