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19 Dicembre 2008 | Eventi live

Filarmonica Toscanini: musiche di Martucci e Brahms

A cura di Cinzia Leoni e Maestro Gianluigi Giacomoni della Fondazione Toscanini

 

19 dicembre 2008

Cari ascoltatori eccoci di nuovo insieme per il consueto appuntamento con la Fondazione Arturo Toscanini. Da questa settimana lasciamo la musica da camera per occuparci di sinfonica, eseguita dalla Filarmonica della Fondazione . Il programma di oggi, diretto da Paolo Arrivabeni, prevede il Notturno in sol bemolle n. I op. 70 e la Canzone dei ricordi per voce e orchestra di Giuseppe Martucci e la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 di Johannes Brahms. 

 

Giuseppe Martucci nacque a Capua il 6 gennaio 1856 e morì a Napoli il 1º giugno 1909.
Fanciullo prodigio (a otto anni teneva concerti di pianoforte), studiò al Conservatorio di Napoli. Già a 20 anni iniziò un’intensa attività concertistica, in Italia e all’estero, che suscitò l’entusiasmo di Rubinstein e di Liszt. Era infatti considerato uno dei migliori pianisti del tempo. Insegnò dal 1880 nel Conservatorio di Napoli e dal 1886 al 1902 fu direttore in quello di Bologna (dove fu anche maestro di cappella in San Petronio), e in seguito ancora di quello di Napoli. L’attività didattica non gli impedì di continuare l’attività concertistica, facendosi applaudire tra le altre cose anche come direttore d’orchestra.

Martucci è figura di rilievo nel panorama musicale dell’Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento. In un’epoca in cui imperava il melodramma, egli rivolse la sua attenzione alla produzione sinfonica straniera, soprattutto a quella tedesca, contribuendo per primo in Italia al risveglio dell’interesse per la musica strumentale. Diresse la “prima” italiana di Tristano e Isotta di Wagner (Bologna 1888) e altre musiche coeve di area germanica che ebbero grande risonanza in Italia. Egli stesso come compositore può essere considerato un continuatore italiano della linea Beethoven-Schumann-Brahms, ma fu anche influenzato dalle grandi opere wagneriane. Martucci fu uno dei pochi esponenti del sinfonismo italiano del periodo tardoromantico.

Fra le sue composizioni, ispirate al romanticismo tedesco spiccano tra le altre i brani che ascolteremo: La canzone dei ricordi (1886-87) ed il Notturno dell’op. 76  nella nota trascrizione orchestrale.

 

 

Due parole anche su Johannes Brahms (Amburgo 1833 – Vienna 1897), il musicista Brahms non non ha un’indole da innovatore, tende alle origini, e si pone consapevolmente, ed autorevolmente, come culmine delle grandi correnti del passato: guarda a Beethoven, di cui si ritiene senza false modestie, il vero successore. Così, in anni in cui Wagner apre nuove vie alla musica vocale e sia Bruckner che Mahler iniziano il loro percorso che li condurrà a ridefinire il significato stesso della parola sinfonia, Brahms, con il suo linguaggio armonico, tutto contenuto nei limiti della tradizione, porta alle estreme conseguenze strutture musicali solidamente codificate dai suoi grandi predecessori e, coerentemente con il proprio aspetto austero, diventa già dalla prima maturità, il “grande saggio” che chiuderà autorevolmente un’epoca, lasciando alla storia alcuni capolavori assoluti. Fra questi capolavori sono certamente da annoverare le sue quattro sinfonie. Il maestro arriva a questa forma musicale abbastanza tardi, dopo aver toccato altri generi. Compone quattro sinfonie in tutto, la prima e la seconda nel periodo dal 1876 al 1877, la terza nel 1883 e la quarta nel 1885. La quarta composizione sinfonica che ascolterete tra poco offre in particolare temi di straordinaria bellezza, che – come sottolinea il maestro Gianluigi Giacomoni della Fondazione Toscanini – si articolano in sviluppi di grande complessità uniti da quel colore orchestrale caratteristicamente brahmsiano, dato dall’uso preferenziale delle viole, dei violoncelli e degli strumenti a fiato con il suono più cupo, che generano degli effetti di “velatura”, di omogeneizzazione, simili a quelli ricercati dai pittori rinascimentali.

Come tutte le sinfonie brahmsiane, anche la quarta è suddivisa nei quattro canonici movimenti ed è esente da ogni desiderio di descrivere qualcosa di extramusicale. Si tratta di Musica allo stato puro, condizionata solo dai rapporti con i grandi del passato e dalla tecnica compositiva.

Senza approfondire l’analisi di ciascun movimento si noti in particolare il passaggio dal terzo movimento (Allegro Giocoso) al quarto (Allegro Energico e Passionato). Al culmine del terzo movimento Brahms ci ricorda Giacomoni “che Brahms sembra sciogliere tutte le tensioni, quasi a voler concludere la sinfonia, sicché il quarto movimento, una monumentale passacaglia basata su un tema di otto misure, assume l’aspetto d’una resurrezione”. “Lo ‘stacco’ emotivo mette ancor più in evidenza la straordinaria ed assolutamente inusuale peculiarità del quarto movimento che è, infatti, composto dall’insieme di ben trentacinque variazioni del tema iniziale rendendo così ancora più affascinante questa sinfonia che certamente è da annoverarsi fra i capolavori musicali di ogni tempo”. Vi lascio all’ascolto …

 

 

Programma

 

Filarmonica Arturo Toscanini

Paolo Arrivabeni – Direttore

Francesca Sassu – Soprano

 

GIUSEPPE MARTUCCI

Notturno in sol bemolle n. I op. 70

La canzone dei ricordi

per voce e orchestra

 

JOHANNES BRAHMS

Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98


Allegro non troppo

Andante moderato

Allegro giocoso

Allegro energico e passionato

 

Brano corrente

Brano corrente

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