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2 Agosto 2008 | Eventi live

Ravenna Festival: Juri Temirkanov dirige l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo

A cura di Cinzia Leoni

2 agosto 2008


In virtù del saldo e sincero rapporto che da molti anni lega il Ravenna Festival alla città di San Pietroburgo, sabato 5 luglio il Pala de André ha ospitato l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, la più antica compagine sinfonica dell’ex Unione Sovietica, fondata ufficialmente nel 1882 ma le cui origini risalgono fino ai primi anni dell’Ottocento. Sul podio, uno dei più grandi direttori al mondo, Jurij Temirkanov, che da vent’anni ne è Primo Direttore e Direttore Artistico.

 

Un concerto tra l’altro che si inserisce nel tema che ispira l’intero cartellone del Festival, aggiungendo un tassello importante al quadro che tratteggia l’universo femminile in tutte le sue espressioni artistiche: infatti, il giovane soprano russo Ekaterina Šcerbacen’ko è chiamata a dare voce ad alcune delle grandi protagoniste del teatro musicale russo, in particolare del teatro di Pëtr Ilic Cajkovskij.

Nel concerto emergono figure femminili come Tat’jana, Iolanta, Agnès Sorel, che si intrecciano con le donne che costellarono la vita ed ispirarono le scelte artistiche del grande e tormentato compositore russo: dalla celata amica epistolare e sostenitrice Nadežda von Meck alla moglie di poche settimane Antonina Miljukova, alla cantante Andreevna Lavrovskaja.

 

Dunque, dall’Evgenij Oneghin (1879), dopo l’esecuzione della “Polonaise”, la Šcerbacen’ko interpreta la “Scena della lettera di Tat’jana”, in cui l’autore riassume i temi tardo-romantici del destino, della premonizione, del sogno. Poi, dall’opera fantastica Iolanta (1892), l’Arioso della protagonista; e, ancora, da Orleanskaja Deva (La pulzella d´Orléans) del 1881, l’Aria di Agnès Sorel, generosa e fedele amante del re di Francia Carlo VII. Sempre di Cajkovskij, la grande pagina sinfonica che chiude il concerto: la Quarta Sinfonia in fa minore op.36 (1877), caratterizzata dal tema dell’ineluttabilità del destino e dell’azione distruttiva del fato sull’esistenza umana, che intesse di sé tutta la composizione e che l’autore esplicitò in un vero e proprio “programma”. Ad arricchire il concerto, ancora una pagina tratta dal repertorio operistico russo, le “Danze polovesiane” da Il principe Igor di Aleksandr Porfir’evic Borodin.

 

Ascoltiamo il concerto dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo

Brano corrente

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