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19 Luglio 2008 | Eventi live

Ravenna Festival: la poetica di Nevio Spadoni al servizio de “La Persa”

A cura di Alessandro Fogli. Lettura di Fulvio Redeghieri

19 luglio 2008

Nuovo appuntamento con la serie di “Ritratti di donne” che il Ravenna Festival ha commissionato ad alcuni tra i migliori artisti del nostro territorio. Il 27 giugno alla Rocca Brancaleone il poeta ravennate Nevio Spadoni e l’attrice Daniela Piccari hanno proposto la storia de “La Pérsa”, figura che rimanda al mondo medievale romagnolo, alle donne presaghe, alle guaritrici, alle streghe.

La Pérsa è infatti una sibilla popolare della campagna romagnola, che l’immaginazione di Spadoni colloca nel XII secolo, periodo cioè che, tra le tante lotte, ha visto anche quella fra il papa Gregorio VII e l’antipapa, l’arcivescovo di Ravenna. Dotata di una mistica della vita che coincide col buon senso popolare, fatto di equilibrio e naturalità, la Pérsa è in effetti persa in un infinito di percezioni, persa perché dentro di sé ha l’immensità, una coscienza enorme, cosmica. Ma sarà proprio lei, dopo vari anni di lotte, ad annunciare che le città di Roma e Ravenna si riconcilieranno, denunciando però la corruzione del palazzo e la chiusura nei confronti dei diversi di ogni luogo, condizione e stato sociale. Rivisto e ampliato, “La Pérsa” è un monologo la cui parte in dialetto romagnolo era stata scritta nel 1998 da Nevio Spadoni per lo spettacolo “Perhinderion, trittico peregrinante” del Teatro delle Albe, che ne utilizzò alcuni frammenti, “ma più che monologo – spiega l’autore – sarebbe esatto chiamarlo dialogo, perché questa donna parla e interloquisce con tante voci che implorano, s’interrogano, e per tutti ha una risposta, ma tutto non riesce a dire: ecco allora che interviene la voce narrante, il non detto, ciò che è depositato nell’anima, materiale di una coscienza universale”.

A interpretare la Pérsa, Daniela Piccari, già apprezzata nelle edizioni 2002 e 2003 di Ravenna Festival (quando partecipa come narratrice all’opera “Il Trovatore”, con la regia di Cristina Mazzavillani Muti), e fondatrice, insieme all’attrice danese Tove Bornhoft, della compagnia Teatro Rio Rose, dopo aver fato parte del gruppo internazionale di teatro “Farfa”, fondato da Iben Nagel Rasmussen e parte del “Nordisk Teaterlaboratorium” diretto da Eugenio Barba (Odin Teatret). “La persa – secondo Daniela Piccari – è un’antenna che ascolta, è una donna semplice, è l’anonimo, è la forza dell’essere che sente in un mondo che sembra non sentire più. Questa donna del Medioevo, epoca nella centralità dello spazio e del tempo, è contemporaneamente una donna del Duemila”.
Lo spettacolo è impreziosito dalla musiche originali composte da Luciano Titi, ed eseguite, oltre che dallo stesso Titi al pianoforte, da Stefano Calvano (percussioni), Edoardo De Angelis (violino), Giacomo Gaudenzi (violoncello), Hossein Mohammadzadeh (dotar), Giuseppe Orselli (sax); scene e immagine virtuale sono opera di Ezio Antonelli, la coreografia è di Roberto Di Camillo.

Intervista Nevio Spadoni

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