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13 Dicembre 2018 | Eventi

Il vaso dei desideri

A Bologna la sesta edizione il Premio Fabbri per l’Arte

A cura di Valeria Cicala

Care ascoltatrici e cari ascoltatori vi segnalo un evento che si compone di un premio, appena assegnato, la sesta edizione del Premio Fabbri per l’Arte e di una esposizione a Bologna dal titolo 13 anni e un secolo – Fotografia a Palazzo Pepoli Campogrande, dedicata alle diciannove opere che hanno partecipato al premio e che resteranno esposte Campogrande fino al 13 gennaio 2019.

13 anni e un secolo-Fotografia, questo titolo, allude alla longeva attività di una delle fabbriche dolciarie più famose ed affermate nel mondo: la Fabbri.

Il Piacere del palato, la qualità e un gusto anche artistico si fondono nella storia di una famiglia che ha fatto del vaso in ceramica dell’Amarena Fabbri, quello dagli inconfondibili decori blu e bianchi, un’icona, un segno di riconoscibilità da 113 anni, per un prodotto-simbolo della gastronomia made in Italy. E chi di noi non ritrova in quell’immagine il profumo e il sapore che continua a sollecitare le nostre papille gustative. Per questa edizione del premio che ribadisce la forte attenzione al legame tra cibo e cultura, la Fabbri ha puntato sulla fotografia.

“È la prima volta che il Premio Fabbri, assegnato con cadenza triennale, sceglie in modo specifico la fotografia. Scultura e pittura avevano fatto da padrone in tutte le precedenti edizioni”, ha dichiarato Nicola Fabbri, Amministratore Delegato della Fabbri e ha proseguito: “Una scelta che trova ragione nella sempre maggiore internazionalità del nostro marchio, oggi presente in più di 100 nazioni nei 5 continenti. Il linguaggio della fotografia appare oggi più ‘universale’ di quello, pur assoluto, dell’arte. Già in questa edizione vantiamo autori di provenienza o respiro internazionale per cogliere le visioni originali, diverse, sicuramente stimolanti che vogliamo far emergere dalle sensibilità di ciascun territorio”.

A curare la selezione e l’esposizione è stato chiamato un grande nome della fotografia internazionale, bolognese, Nino Migliori, a sua volta tra i vincitori della prima edizione del premio. Diciannove fotografi, dunque, sono stati chiamati a interpretare in altrettanti scatti l’Amarena più famosa.

I premiati di questa edizione sono due donne e un uomo: Paola Binante ha vinto per il dittico Marena, composto da una Polaroid e da una stampa da negativo Polaroid, che accosta il vaso di Amarena Fabbri a elementi antichi e a una mano femminile: quel vaso così iconico, sembra ricordarci la fotografa, è anche un prodotto del lavoro, ha una sua materialità. 

Alessia De Montis, invece, sale sul podio grazie a LAYERS-Fabbri, fotografia su carta baritata che diventa poetica evocazione di ricordi d’infanzia: sulla decorazione del vaso di Amarena Fabbri, blu su fondo bianco, compare la scritta “Ricorda me da piccola” in lettere di carta ritagliate. 

Infine Rui Wu, giovane artista cinese, che ha forte attenzione alla ceramica anche per il ruolo che ha sempre avuto nella cultura artistica del suo paese, propone un’opera composta da quattro fotografie su stampa digitale: l’artista è partito da una riproduzione fotografica del vaso Fabbri, ha ritagliato particolari e frammenti e prospettive curvilinee del motivo decorativo; e ha ricomposto questi “finti ideogrammi” per fotografarli di nuovo. Il vaso diventa così oggetto artistico decontestualizzato e rinnovato attraverso il mezzo fotografico. 

Ci piace ricordare, dal momento che la presenza femminile ha un ruolo significativo in questa edizione del Premio Fabbri per l’Arte, che la precedente, nel 2015, quando fu celebrato il centenario di Amarena Fabbri fu dedicata all’importanza della figura femminile, nell’azienda come nella società così, per quella quinta edizione, furono invitate solo artiste donne. Ma forse, non tutti sanno che creare la famosa “marena con frutto” fu Rachele Buriani, moglie del fondatore dell’azienda.

Come pure, non è secondario sottolineare che la Cina è da sempre orizzonte di riferimento per la Fabbri, che si è insediata a Shanghai quando pochissime società italiane sceglievano di farlo e che negli anni ha sempre promosso in Oriente la cultura del made in Italy agroalimentare. Un impegno che, nel 2017 e nel 2018, è valso all’azienda la vittoria del Panda d’Oro, riconoscimento assegnato dalla Camera di Commercio Italiana in Cina. 

Ancora una volta, la capacità imprenditoriale, guidata da passione e valori importanti si compenetra con la ricerca di esperienze culturali, ribadendo un identikit di questa nostra regione accreditato nel mondo. Aggiungo un suggerimento per le signore: il rosso amarena è di grande attualità in questo periodo di feste!

Un saluto da Valeria Cicala

 

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