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22 Gennaio 2016 | Mostre

Alessandro Tassoni, uno spirito “bisquadro”

A Modena una mostra dedicata all’autore della “Secchia rapita”, a 450 anni dalla nascita

A cura di Carlo Tovoli

Cari ascoltatori,

il 2016 è l’anno di grandi anniversari, da Shakespeare a Cervantes, e anche noi vogliamo soffermarci sui 450 anni appena passati dalla nascita di colui che scrisse il primo poema eroicomico d’Europa, ovvero il modenese Alessandro Tassoni.  La sua statua domina fiera piazzetta Torre, all’ombra della Ghirlandina, dal 26 novembre 1860, opera di Alessandro Cavazza in marmo di Carrara oggi visibile in tutto il suo splendore grazie al recente restauro. Tassoni fu un intellettuale dall’indole orgogliosa e a tratti aggressiva, una vena bizzarra che lui stesso amava sottolineare definendosi “bisquadro” in occasione del suo ingresso all’accademia degli Umoristi di Roma, di cui fu “Principe” tra il 1606 e il 1607. “Bisquadro” significa infatti “mal quadro”, “fuori di squadra”, cioè irregolare.  Ironico, amante della polemica e del paradosso, si fece ritrarre con un fico in mano, alludendo agli scarsi guadagni ricavati dalle sue fatiche letterarie e non (del resto anche noi oggi usiamo l’espressione “guadagnare un fico secco” per alludere a una magra ricompensa…).  E pensare che di incarichi ne ebbe molti in qualità di poeta, diplomatico e cortigiano al servizio delle più importanti casate, dai Colonna, ai Ludovisi, ai Savoia. Per questi ultimi Tassoni parteggiò levandosi contro la dominazione spagnola, e anche a questo aspetto si deve quell’amore tutto “risorgimentale”  che sfociò nella realizzazione del monumento in piazza proprio nel 1860…
A Modena fu lo stesso Francesco I a chiamarlo presso di sé come “gentiluomo di belle lettere”, ma stanco e malato, dopo poco tempo morì.

Vorrei cantar quel memorando sdegno
ch’infiammò già ne’ fieri petti umani
un’infelice e vil secchia di legno
che tolsero a i Petroni i Gemignani

La “vil secchia di legno” celebrata dal Tassoni nel suo poema, pubblicato per la prima volta nel 1621, esiste davvero. Si tratta di una vecchia secchia di abete che recenti studi hanno confermato essere dell’inizio del XIV secolo, quindi coeva alla battaglia di Zappolino del 1325,  da cui prende le mosse il celebre testo. In quella battaglia i Modenesi, inseguendo i Bolognesi fin dentro la porta San Felice, portarono via come trofeo una secchia, presa da un pozzo tuttora esistente fuori porta San Felice e ricordato con una targa commemorativa. Tassoni, poco attento alla storia e alla cronologia, dà avvio alla fantastica battaglia per la riconquista della “secchia rapita”, che vede tra i protagonisti persino gli dei dell’Olimpo! Alla fine la secchia resta  a Modena e qui la si può ammirare ancora oggi, custodita nel palazzo Comunale e ora in mostra al Palazzo dei Musei insieme a dipinti, libri antichi e scritti autografi del Tassoni, celebrato a 450 anni dalla nascita.

La mostra, aperta fino al 13 marzo,  è organizzata dal Museo civico d’Arte e curata da Grazia Biondi e Cristina Stefani.  Dall’Archivio Storico Comunale di Modena provengono i due preziosi volumi manoscritti della “Secchia”, la prima e l’ultima redazione del poema che nel 1625 fu donata dall’autore ai Conservatori per affidarlo alla memoria della Comunità. Di quest’ultimo volume l’Archivio Storico ha realizzato una versione digitale che consente ai visitatori di sfogliare virtualmente il manoscritto. Partendo dall’esposizione della vecchia secchia di abete protagonista del poema, la mostra ripercorre anche la lunga vicenda compositiva e editoriale della “Secchia rapita”, rendendo visibili le ricerche preliminari condotte dal poeta durante la redazione del poema, e chiarendo i molteplici richiami alla società contemporanea. In mostra anche i libri che gli appartennero e che furono da lui postillati, a partire da quelli delle “tre corone” (Dante, Petrarca, Boccaccio), fino all’ “Orlando furioso”. Il percorso espositivo  segue poi la fortuna editoriale e iconografica della “Secchia rapita” in ambito grafico e pittorico, in particolare nel ‘900. In mostra anche video realizzati con la tecnica dell’animazione e del collage.
A tal proposito vi consiglio comunque di guardare su youtube il magnifico video della mostra, basta digitare “Alessandro Tassoni. Spirito bisquadro” nel motore di ricerca. C’è anche un video a fumetti del 1972 di Pino Zac sul poema assolutamente da non perdere! La mostra è a ingresso gratuito. Informazioni sul sito www.museicivici.modena.it
Un saluto da Carlo Tovoli

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