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3 Maggio 2013 | Mostre

Balla coloratissimo e luminosissimo

I collage 1914-1925

A cura di Piera Raimondi

3 maggio 2013

Balla il futurista è in mostra a Bologna con una produzione poco conosciuta dal grande pubblico. Si tratta di una importante selezione di 35 collage, una parte consistente di quelli ritrovati e classificati nel mondo che sono circa una sessantina.

L’artista si firma “Futurballa” in molte delle opere in mostra che già dai titoli – Linee di velocità + spazio, Forme rumore, Balfiore, Azzurro Metallico Aeroplano – dichiarano l’adesione dell’autore alla poetica futurista. Nelperiodo della Prima guerra Balla sperimenta quindi la nuova tecnica del collage di carte colorate con le quali crea  dipinti astratti. Nelle opere che potrete vedere in mostra le coloratissime e luminosisime carte  non sono mai usate in senso soltanto estetico, ma rivelano un desiderio di ampliamento  del discorso pittorico utilizzando di fatto una pratica antipittorica. La mostra propone insieme a lavori con una vicenda critica importante  come “La guerre” della collezione Unicredit anche alcuni inediti. Allestita alla Galleria d’Arte Cinquantasei di Bologna, a cura di Elena Gigli con la consulenza di Claudio Spadoni, l’esposizione è visitabile gratuitamente fino al 1 giugno. La maggior parte delle opere in mostra provien e da enti e da prestigiose collezioni private.

La mostra è completata dalla sezione “Giacomo Balla”, a cura di Claudio Spadoni, con circa 25 opere dal 1904 agli anni ’50 che raccontano la vicenda artistica di Balla.

Giacomo Ballanasce a Torino nel 1871 e si forma nell’ambito della pittura paesistica dell’Ottocento piemontese. Nel 1900, rientrato in Italia   dopo aver trascorso qualche mese a Parigi, riunisce nel suo studio romano alcuni giovani pittori desiderosi di uscire dalle strettoie dell’Accademia. Lo studio del colore e della luce, che caratterizza la sua opera di impronta divisionista, costituisce per Balla l’inizio di un  percorso che approda alle conquiste dinamiche del Futurismo. Nel 1910 sottoscrive i manifesti del movimento di cui è un rappresentante emergente col suo allievo e amico Boccioni, ma al tempo stesso autonomo per la visione pittorica totalmente astratta e geometrizzante, con quadrati, triangoli, trapezi, combinazioni di linee e fasce luminose, diagrammi fantastici che registrano le vibrazioni del colore e della luce. Nel 1929 firma il Manifesto dell’aeropittura. Nella seconda metà degli anni trenta ritorna a una produzione esclusivamente figurativa. Muore a Roma nel 1958.

Brano corrente

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