Salta al contenuto principale
21 Febbraio 2014 | Mostre

A Bologna in compagnia della ragazza

Un formidabile viaggio nell’Olanda della “Golden Age”. Intervista a Marco Goldin

A cura di Carlo Tovoli

21 febbraio 2014

Finalmente è a Bologna, nelle sale di palazzo Fava, il quadro più atteso del momento, dipinto intorno al 1665 da un artista oggi osannato dalla critica e dal pubblico, Johannes Vermeer. Si tratta ovviamente de “La ragazza con turbante”, ora meglio conosciuta come “La ragazza con l’orecchino di perla”, a seguito di un romanzo e di un film di successo che hanno raccontato la storia di una giovane che forse non è mai esistita. Unadelle opere più famose al mondo, insieme alla Gioconda di Leonardo e a L’urlo di Munch. Ma chiediamo al curatore Marco Goldin, un commento sul quadro.

Intervista a Marco Goldin

A lei è dedicata un’intera sala di palazzo Fava. Ma ci sono ben altre 36 opere ad accompagnarla, tutte provenienti dallo stesso museo, il Mauritshuis de l’Aja, ora in restauro. Bologna è l’unica tappa Europea della “ragazza”: a fine mostra tornerà nel “suo” museo, di cui è l’immagine simbolo, per non uscirne più, dopo un tour che l’ha portata in giro per il mondo, da Tokyo agli Stati Uniti.

Segue intervista a Marco Goldin

Entriamo nell’allestimento fino ad arrivare alla stanza della “ragazza”. Nella penombra, il quadro emerge dal buio della stanza, sottolineato da una cornice di neon alla parete che la avvolge in un’atmosfera fluo. L’allestimento è poi suddiviso in cinque sezioni. Si parte con la storia del Museo, con alcune interessanti vedute dell’Ottocento. Segue la sezione dedicata al paesaggio con un’ampia gamma di soggetti: dai boschi ai prati, dalle vedute di città alle marine, fino alle scene invernali. La terza sezione ospita i ritratti e qui la grande fama della ritrattistica della Golden Age non si smentisce. Ad essa si dedicarono autori come Rembrandt e il geniale Franz Hals con due ritratti di grande naturalezza e pieni di dettagli ingegnosi. La quarta sezione è per le opere che rappresentano scene di interni. Tra tutti ricordiamo l’autoironia e l’umorismo di Jan Steen nella scena festosa di “Al vecchio che canta il giovane fa eco” del 1665. Non molto distante “la ragazza che mangia ostriche” del 1660, sempre di Steen, che ci osserva con sguardo “malizioso” e, accanto, l’altra ragazza con l’orecchino di perla della mostra , intenta però a scrivere una lettera, e dipinta da Gerard ter Broch nel 1655.

La Golden Age deve la sua fama anche alle nature morte e quelle in mostra sono davvero notevoli. Illumina la sala un piccolo ma delizioso quadro di Carel Fabritius del 1654 che ritrae un cardellino con catena. Destino fatale per Fabritius, uno dei più dotati allievi di Rembrandt. Morì giovanissimo, a 32 anni, a seguito dell’esplosione di un magazzinodi polvere da sparo che nel 1654 distrusse un intero quartiere della città di Delft, dove anch’egli aveva lo studio.
A chiusura della mostra, torniamo alla “ragazza”  che, sola,  segue con lo sguardo i visitatori, la bocca con le labbra socchiuse. In alto si intravede la scena degli “Incanti notturni di Medea”, parte del ciclo di affreschi realizzato dai Carracci e definita da Andrea Emiliani “il primo nudo moderno della storia dell’arte”. Medea, nell’ombra, aspetta paziente l’estate per ritornare ad essere la regina incontrastata del palazzo.

Una mostra da non perdere, aperta fino al 25 maggio. Tutte le info su www.genusbononiae.it. Un saluto daCarlo Tovoli

 

La ragazza con l’orecchino di perla
Il mito della Golden Age.
Da Vermeer a Rembrandt capolavori dal Mauritshuis

Bologna, Palazzo Fava
8 febbraio – 25 maggio 2014

Orari:

da lunedì a giovedì: ore 9-20
venerdì e domenica: ore 9-21
sabato: ore 9-22

 

Per info, prenotazioni ed eventi speciali:
http://www.genusbononiae.it/

 

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi