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3 Aprile 2015 | Mostre

A Castrocaro Terme tutta la modernità del disegno

Fino al 28 giugno in mostra 120 disegni tra Ottocento e Novecento, da Boldini a Rambelli

A cura di Carlo Tovoli

Cari ascoltatori, questa Regione non smette di stupirci con i suoi tesori, più o meno nascosti. Oggi siamo di fronte a uno dei monumenti art déco più importanti dell’Emilia-Romagna. Le sue meravigliose architetture e le decorazioni anni Trenta ci trasportano con la fantasia nelle atmosfere dell’epoca, tra uomini eleganti e nobildonne che percorrevano la strada di collegamento tra la Romagna e la Toscana per soggiornare alle Terme di Castrocaro, in provincia di Forlì-Cesena, per una pausa ancora oggi capace di coniugare il benessere all’arte.

Entriamo nel Padiglione delle Feste dove fino a giugno è possibile visitare gratuitamente la mostra “Modernità del disegno tra Romagna e Toscana”, curata da Paola Babini e Beatrice Sansavini, responsabile delle attività culturali del Padiglione,  che prende in considerazione un arco di tempo che va dal 1880 al 1914, alla vigilia del primo conflitto mondiale.
Sono in totale 120 le opere che prendono in esame l’arte del disegno e la fiorente attività di tanti artisti che, nella seconda metà dell’Ottocento, dalla Romagna crearono un flusso continuo con Firenze, meta anche di un giovane Boldini prima di approdare a Parigi. Come Parigi rappresenta per i protagonisti dell’Ottocento italiano, tra cui proprio Boldini, un fervido ambiente di dimensione internazionale e centro assoluto dell’arte e della cultura grazie alla leggendaria stagione della “Belle Époque”, così Firenze costituisce una straordinaria officina di giovani artisti, molti dei quali diventano i più noti esponenti dell’arte italiana interpretando gli slanci e le tensioni della modernità.

Nell’allora capitale d’Italia, il vivace clima dei Macchiaioli era motivo di grande fascino e attrazione; furono le scuole di Giovanni Fattori e di Telemaco Signorini, come il contatto con il teorico Diego Martelli, a coinvolgere i nostri giovani pittori indirizzandoli alla Regia Accademia di Firenze e alla Scuola del disegno dove si liberavano nell’espressione della macchia le aspirazioni artistiche dei giovani romagnoli.
Gli allievi erano accompagnati all’aria aperta, educati a osservare e a trarre schizzi presi direttamente dal vero. Il disegno diventava così l’unico mezzo per cogliere immagini di vita corrente. Si trattava di appunti veloci, che si trasformano in taccuini d’artista, “prime” impressioni, base delle rielaborazioni successive fino alle composizioni pittoriche definitive.

Ed è da alcuni disegni di Boldini, provenienti da collezioni pubbliche e private, che parte in mostra il confronto con alcuni disegni di Silvestro Lega, il più rappresentativo degli artisti romagnoli dell’Ottocento, proseguendo con Vittorio Corcos, Telemaco Signorini, Giovanni Fattori e Domenico Baccarini, grandi pionieri del moderno, messi in relazione con artisti come Licinio Barzanti, Antonio Berti, Achille Calzi, Ercole Drei, Augusto Gardelli, Riccardo Gatti, Domenico Rambelli, Angelo Torchi, Orazio Toschi, Edgardo Saporetti, Gino Barbieri, Anselmo Gianfanti, Domenico Miserocchi, fino a Lorenzo Viani e ai meno conosciuti Fortunato Teodorani e Giuseppe Rambelli. A quest’ultimo artista bagnacavallese è dato l’onore di aprire la mostra con tre ritratti dipinti ad olio di spiccato taglio boldiniano, fra cui l’elegante “Ritratto della Contessa Gamberini Cavallini”. Ricordiamo anche glisplendidi pastelli di Vittorio e AlessandroGuaccimanni, e quelli del loro maestro Arturo Moradei, fiorentino di nascita e formazione, chiamato dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna nel 1870 ad insegnare pittura. E se volete portarvi a casa un po’ di queste atmosfere c’è il catalogo,pubblicato dalla Edizioni Essegì. Tutte le informazioni sul sito www.termedicastrocaro.it.

Un saluto da Carlo Tovoli e Buona Pasqua!

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