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12 Giugno 2015 | Mostre

Il Cavaliere del cielo

A Bologna una mostra sul mito di Francesco Baracca

A cura di Carlo Tovoli

Oggi parliamo di un asso del volo, uno dei massimi protagonisti dell’aviazione del Novecento. È il lughese Francesco Baracca, classe 1888, già un mito in vita immortalato da numerosi film Luce e in reportages fotografici che ne inquadrano il fascino spavaldo unito a un’eleganza quasi da divo, con una certa somiglianza a Errol Flynn e ai suoi personaggi dalla vita spericolata. Baracca è l’asso degli assi, il più grande pilota da guerra che ci sia mai stato, decorato con una medaglia d’oro al valor militare, con due d’argento e con una di bronzo. Entra nella leggenda già da vivo ed è celebrato da Gabriele D’Annunzio, come lui aviatore e grande amante del volo. Si forma nell’Arma della Cavalleria perché durante la Prima Guerra ancora non esisteva l’Arma aeronautica militare. E, forse per questo, sceglie come proprio emblema un cavallino rampante dipinto sul suo aereo, che dopo la sua tragica morte, avvenuta il 19 giugno 1918, viene offerto dalla madre a Enzo Ferrari che ne farà il simbolo della casa automobilistica.

A Lugo, nella piazza, il 21 giugno 1936 gli venne dedicato un imponente monumento eseguito da Francesco Rambelli. Una cinquantina di disegni preparatori sono in mostra fino al 27 giugno all’Accademia di Belle Arti di Bologna. L’autore del monumento, Rambelli, fu riconosciuto dai critici, tra cui Ludovico Ragghianti, tra i “grandi” della scultura italiana  tra le due guerre. I disegni, appartenenti alla Biblioteca comunale Manfrediana di Faenza, sono presentati per la prima volta al pubblico dopo un accurato restauro. Significativa è anche l’evocazione di questa figura nell’ambito musicale, dapprima nel periodo futurista e poi nella produzione contemporanea. Proprio all’Asso del cielo è infatti ispirata l’opera L’aviatore Dro con libretto e musica del lughese  Francesco Balilla Pratella, che la portò sulle scene per la prima volta proprio al Teatro Rossini di Lugo il 4 novembre del 1920. Più di recente hanno dedicato composizioni a Baracca Sergio Endrigo e Francesco De Gregori.

Non solo il mito. La mostra propone attraverso la figura di Baracca una ricognizione sulla fase pionieristica dell’aeronautica nella rappresentazione artistica e nei media (in oggetti, nell’editoria, nella grafica e nella musica). Più di un centinaio fra disegni e volumi, fotografie, cartoline, manifesti sono stati prestati dal Museo Francesco Baracca di Lugo, che ha riaperto il 23 maggio, più accogliente e interattivo,  con una grande novità, un simulatore di volo che consente di vedere dall’alto sia il paesaggio degli anni 1915-18, sia quello di oggi. Due importanti cimeli provengono invece dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione cassa di Risparmio in Bologna: il famoso cavallino nero su fondo bianco simbolo personale di Francesco Baracca, dipinto sulla fusoliera dell’aeroplano, e il Grifo Alato, l’emblema distintivo della 91a squadriglia da lui capitanata; a questi si aggiunge la preziosa tempera di Mario Sironi preparatoria per il manifesto della “Coppa Baracca” del 1924.
L’esposizione è accompagnata anche da un filmato che documenta alcune fasi delle operazioni belliche sui fronti italiani, per poi focalizzarsi sulle figure di Baracca e D’Annunzio aviatori.
Tutte le informazioni sul sito dell’Accademia: www.ababo.it

Un saluto da Bologna da Carlo Tovoli!

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