Salta al contenuto principale
1 Febbraio 2011 | Mostre

Melozzo da Forlì

L’umana bellezza tra Piero della Francesca  e Raffaello

A cura di Cinzia Leoni

1 febbraio 2011

Un’altra grande mostra  è stata inaugurata in questi giorni  ai Musei San Domenico di Forlì. Si tratta della più grande esposizione dedicata finora all’artista  del quattrocento che qui ebbe i suoi natali: Melozzo di Giuliano degli Ambrosi, detto Melozzo da Forlì ,  pittore e architetto , e massimo esponente della scuola forlivese di pittura nel XV secolo, e di quell’epoca d’oro dell’arte, che conosciamo come Rinascimento.

Nell’atmosfera quasi notturna, nel blu profondo delle pareti e della pavimentazione, voluta dall’architetto Lucchi,  spiccano gli azzurri delle vesti  e dello sfondo, l’oro dei capelli,   degli Angeli musicanti dipinti dal Melozzo per la romana chiesa dei Santi apostoli, vere e proprie icone di bellezza incarnata, che si specchiano con i capolavori di Piero della Francesca, di Perugino, di Mantegna,  di Botticelli, di Raffaello, in una epifania di quella umana bellezza che caratterizza la mostra.

Ce ne parla Antonio Paulucci, presidente del Comitato scientifico e tra i curatori della mostra.

Intervista Paolucci

Sono circa 90 le opere selezionate  tra cui tutte quelle  “mobili” del Melozzo, circa  un dozzina, compresi  gli affreschi staccati del colossale  ciclo da lui creato per l’abside della chiesa  dei Santi apostoli a Roma. Un’ampia sequenza di opere , che sono state selezionate con cura e in base a precise affinità di artisti che a lui si ispirarono.

Melozzo fu il primo a praticare con grande successo lo scorcio dal basso, “l’arte del sotto in su, la più difficile e la più rigorosa, così cara al Mantegna, e tra  suoi discepoli possiamo annoverare Marco Palmezzano, anch’egli appartenente alla scuola forlivese e infine a lui si ispirò anche Raffaello, come ci ha confermato  Paolucci.

Pittore ideologico e teorematico come L’Alberti e il Mantegna, Melozzo è chiamato anche pictor papalis. Perché è dalle sue mani che passa la via romana e cattolica alla gloria della bellezza visibile, la via che conduce alle “stanze” di Raffaello. 

Per la prima volta si potrà vedere al di fuori delle mura vaticane l’affresco del Platina, fuoco concettuale  e prospettico dell’intera esposizione, secondo Paolucci,  ma anche testimonianza dell’alleanza tra chiesa e cultura. E non solo  il visitatore vedrà esemplificato il miracolo del rinascimento italiano: i divino celato nelle forme dell’umana bellezza.

La mostra, promossa  dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, è curata da Antonio Paulucci,   Daniele Benati e Mauro Natale e rimarrà aperta fino al 12 giugno.

www.mostramelozzo.it

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi