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25 Febbraio 2011 | Mostre

Parco Novi Sad – Archeologia di uno spazio urbano

A Modena in mostra reperti archeologici di età romana e medievale

A cura di Marina Leonardi

25 febbraio 2011

Cari ascoltatori, in questa nuova trasmissione dedicata alle mostre parliamo di archeologia. Dovete sapere che in una zona adiacente il centro di Modena, il Parco Novi Sad, l’ ex Foro Boario degli Estensi si scava senza tregua da luglio del 2009 per realizzare un parcheggio interrato, il secondo più grande parcheggio interrato d’Italia! Ma da queste parti, succede che, non appena si scende di qualche metro sotto la superficie, saltano fuori reperti, strade, necropoli, gioielli, importanti testimonianze archeologiche della Modena romana e medievale.

Questi ritrovamenti, a scavo ancora in corso, sono l’oggetto di una interessante mostra dal titolo Parco Novi Sad – Archeologia di uno spazio urbano allestita presso il Lapidario Romano dei Musei Civici, allestito al piano terra del Palazzo dei Musei di Modena. I primi risultati del cantiere di scavo, i reperti archeologici più significativi, pannelli e filmati forniscono al pubblico ipotesi ricostruttive mirate ad illustrare il mutare del paesaggio nel tempo e daranno una prima interpretazione della destinazione di questa area a nord ovest dell’attuale centro storico nel corso dell’età romana e medievale. La mostra resterà allestita fino a maggio grazie agli sforzi congiunti degli organizzatori, Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, Assessorato alla  programmazione e Gestione del Territorio, Infrastrutture e Mobilità e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, oltre che dei numerosi sponsor privati.

Affascinanti, ad un primo esame degli esperti, sono apparsi alcuni eccezionali ritrovamenti che definiscono, per l’area in questione, utilizzi finora sconosciuti. Durante l’età romana, infatti, la zona apparteneva al suburbio dell’importante città di Mutina ed era dedicata con tutta probabilità a funzioni produttive e artigianali indicate dalla presenza di pozzi, di una grande vasca circolare del diametro di 14 metri delimitata da mattoni destinata alla raccolta delle acque e di edifici rustici. Ma a prevalere sembra la destinazione funeraria dell’area, testimoniata dalle numerose tombe venute in luce ai fianchi di quello che sembra essere il rinvenimento più importante: una grande strada in ciottoli che dal centro urbano si staccava in direzione nord-ovest, collegando Modena a Mantova.

Il suo tracciato, scoperto per un tratto di oltre 100 metri, risulta perfettamente conservato e riporta ancora le tracce dei solchi lasciati dal passaggio dagli antichi carri. La rarefazione della frequentazione del sito in età tardo antica è poi testimoniata dalla presenza di radure boschive fino a quando, in piena età medievale, venne costruito un monastero con annesso cimitero che si sovrappose in parte all’antica arteria stradale romana. Che i ritrovamenti siano reperti preziosi come gioielli, ornamenti metallici, lucerne figurate o più comune vasellame ceramico, si tratta sempre di importanti frammenti di vita quotidiana di un passato doverosamente restituito ai cittadini di oggi.

Sebbene la maggior parte di questi ritrovamenti lasci spazio ad interpretazioni condivise tra gli studiosi, un enigma sembra rimanere aperto sulla eccezionale scoperta di numerosi crani umani. In connessione con gli edifici rustici di età romana è stata ritrovata una grande vasca circolare destinata inizialmente a contenere acqua e poi utilizzata come discarica per anfore vuote, materiali edilizi, detriti vari e…alcuni reperti scheletrici umani. A questi, si aggiungono altri crani provenienti da ulteriori fosse-discariche, per un totale di circa quaranta crani. Tutti appartengono all’epoca romana, al I sec. d.C., e alla luce delle prime analisi condotte da Donato Labate della Soprintendenza  per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e da Giovanna Belcastro del Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale di Bologna, l’enigma non sarà sciolto facilmente.

Potrebbe trattarsi di condannati a morte decapitati oppure di crani  recuperati da sepolture primarie rideposti secondo riti intenzionali o ancora espressioni della volontà di privare i morti del cosiddetto iustum sepulchrum, il diritto tolto a indegni e delinquenti di avere una giusta sepoltura.

Potete cercare anche voi di svelare il mistero dei crani visitando la mostra, ricordiamo Parco Novi Sad – Archeologia di uno spazio urbano, allestita presso il Lapidario Romano dei Musei Civici, al piano terra del Palazzo dei Musei di Modena, piazza Sant’Agostino.

Info: www.comune.modena.it/museoarcheologico

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