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18 Maggio 2012 | Mostre

Violence. L’arte interpreta la violenza

Fino al 10 giugno al Padiglione d’Arte Contemporanea  di Ferrara la  XV Biennale Donna

A cura di Marina Leonardi

18 maggio 2012

Cari ascoltatori andiamo a Ferrara dove, fino al 10 giugno, il Padiglione d’Arte Contemporanea ospiterà la mostra collettiva Violence. L’arte interpreta la violenza, scelta per la XV edizione della Biennale Donna e organizzata dall’UDI di Ferrara e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea della città estense.
Continuando il percorso iniziato nelle precedenti tre edizioni, la Biennale Donna ancora una volta si prefigge il compito di individuare ed esplorare tematiche legate a problemi socioculturali, identitari, comportamentali e geopolitici, interpretati grazie all’acuta creatività di alcune delle più note voci femminili dell’arte contemporanea.
Curata da Lola Bonora e Silvia Cirelli, l’esposizione propone il percorso di sette artiste già affermate a livello internazionale, la cui ricerca è da tempo incentrata sul tema della violenza, una questione purtroppo ancora oggi molto attuale.

Ad accogliere lo spettatore è l’emozionante esercito della pakistana Naiza H. Khan: sculture a grandezza naturale che pendono dal soffitto e sembrano avanzare con una leggerezza minacciosa. In questa serie di sculture l’artista esalta i paradossi della società pakistana, abbattendo le usuali barriere dell’universo femminile e rivelando l’ambivalenza delle costrizioni fisiche e spirituali delle donne del suo paese.

La mostra prosegue con il contributo di Yoko Ono, giapponese naturalizzata statunitense, da anni dedita a temi ricorrenti quali la pace, i diritti umani e la violenza, come dimostrano i due video appartenenti alla nota e controversa opera Cut Piece, che riprendono una sua performance prima a New York e poi a Parigi.

Il corpo umano lascia il posto al freddo cemento nell’installazione site specific della siciliana Loredana Longo, dove un semplice pavimento si trasforma in un drammatico cimitero di vestiti, dimenticati ed abbandonati. La Longo stupisce con una ricerca artistica che affonda le radici nella cronaca e più precisamente nella delicata questione delle morti sul lavoro e dell’emancipazione delle donne, prendendo spunto dal terribile incendio di una fabbrica di camicie a New York il 25 marzo 1911, dove persero la vita 146 donne (tante quanto il numero delle piastrelle che compongono il pavimento dell’opera).

Di sorprendente forza espressival’opera di VALIE EXPORT, una delle maggiori esponenti di quell’arte di fine anni Sessanta che tenacemente ruppe i rigidi stereotipi sulla funzione sociale e sessuale delle donne. Kalashnikov, questo il titolo della monumentale installazione, è una torre alta più di tre metri costruita con 105 fucili che, riflettendosi nell’olio esausto alla base della scultura, rimandano chiaramente alle guerre sanguinose mosse da interessi economici, in primis il petrolio. Ad affiancare l’installazione due drammatici video che mostrano crudeli immagini della guerra in Iraq e di esecuzioni capitali in Cina.

Altrettanto provocatori sono i lavori della guatemalteca Regina José Galindo, già molto conosciuta per azioni e performance estreme che denunciano la difficile realtà del suo paese, dove la violenza sui più deboli non solo è in crescente aumento, ma sovente rimane tragicamente impunita. L’artista si differenzia per una carica emotiva ed un’irruenza creativa che la identificano come una delle più impegnate voci di protesta contemporanee.

Il percorso espositivo prosegue poi con la videoinstallazione dell’olandese Lydia Schouten, incentrata sull’esperienza dell’artista a New York negli anni ‘80. Impressionata dalla costante violenza e criminalità che invadeva le strade della metropoli americana, la Schouten realizza una complessa opera che prende spunto dalla cronaca quotidiana, riportando notizie di aggressioni, omicidi e crimini realmente accaduti durante la sua permanenza.

A chiudere la rassegna, l’eccentrico estro dell’americana Nancy Spero, artista di raro talento scomparsa da qualche anno, che porta la propria esperienza in mostra con una selezione di disegni ed una tagliente installazione esposta per la prima volta in Italia. Nancy Spero è stata una importante portavoce di una campagna a favore dei diritti delle donne e pacifista che ancora oggi la celebra come una delle massime e fondamentali esponenti.

 

XV Biennale Donna
fino al 10 giugno

Ferrara, Padiglione d’Arte Contemporanea
Corso Porta Mare 5, 44121 Ferrara

website: www.artecultura.fe.it

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