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19 Ottobre 2015 | IBC news

La Bologna che non c’è

I progetti non realizzati dal Rinascimento ad oggi

A cura di Valeria Cicala

Ma come sarebbe stata la città se si fossero realizzati alcuni progetti? “Le Bologne possibili. Progetti non realizzati per la città. Gli anni Venti e Trenta” che si apre all’Urban Center, dal 24 ottobre al 15 novembre muove la curiosità, stimola la voglia di sapere, di conoscere una realtà che non c’è stata. L’esposizione ha l’obiettivo di far conoscere alcune delle previsioni non realizzate in città, dal Rinascimento ad oggi. Vuol mettere in evidenza i progetti rimasti soltanto possibili, è un modo per riflettere su come poteva essere la città, rilanciare la discussione, tenere aperta la porta verso le alternative e forse anche sull’utopia. Il germe del progetto sta nel desiderio di cambiare. La città è la risultante di una oscillazione continua tra possibile e reale, cambiamento e persistenza, volontà e caso.

Nella mostra, che è la prima di una serie che affronterà vari periodi della storia della nostra città, vengono esaminati da vicino due progetti non realizzati negli anni ’20 e ’30, ricostruendoli e ambientandoli nella città odierna, attraverso modellazioni grafiche inserite in gigantografie della città attuale

Quali e quanti sono, a Bologna, i progetti rimasti solo intenzioni? Tutte le città sono ricche di opere mancate, anche di autori importanti: a Venezia ad esempio dovevano esserci architetture di Wright, Le Corbusier, Kahn, che non sono mai state realizzate. Occasioni perdute o pericolo scongiurato?
Bologna non è da meno. In anni recenti non è riuscita ad avere una chiesa di Le Corbusier, nel passato trovò motivi per respingere Palladio…

A distanza di tempo viene naturale cercare di capire cosa abbia portato alle rinunce, alle architetture interrotte, e non sempre si trovano risposte convincenti: prevalsero contingenze economiche sfavorevoli o invece crisi di ideali politici? E le resistenze, le opposizioni furono espressioni di valide ragioni, di considerazioni sufficientemente ponderate, argomentate, giustificate? Le reazioni di rifiuto verso le proposte individuavano qualità davvero scarse o erano soltanto pregiudizi conservativi?

L’iniziativa è curata da Matteo Sintini, Simone Garagnani e Luisa Bravo, da una idea di Piero Orlandi, le fotografie sono di Luciano Leonotti.
La mostra è realizzata in collaborazione tra l’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna. Intervengono all’inaugurazione Angelo Varni, presidente dell’Istituto Beni Culturali e Patrizia Gabellini, Assessore all’Urbanistica, città storica e ambiente del Comune di Bologna.

Andiamo a cercare la Bologna che non c’è! Un saluto da Valeria Cicala

Brano corrente

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