26 gennaio 2013
Per la Collana Immagini e documenti dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna è appena stato pubblicato un libro, prezioso per i documenti e il repertorio fotografico, che si intitola Da Piacenza a Ferrara: i contadini di Paul Scheuermeier, a cura di Claudia Giacometti, Giorgio Pedrocco, Massimo Tozzi Fontana, pubblicato a Bologna da Editrice Compositori.
Il volume ricostruisce uno spaccato importante di ricerca sulle campagne e i contadini che ci vivevano. Un’opera fondamentale, tenendo conto che le lo studioso svizzero Paul Scheurmeier condusse le sue innovative ricerche tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Egli svolse un sistematico lavoro di indagine nell’area centrosettentrionale della nostra penisola. Portò all’attenzione un contesto spesso trascurato nei suoi risvolti umani, etnografici e antropologici come quello delle campagne, delle attività agricole; si trattava di un mondo più lento di fronte alla spinta della modernità.
In partenza la ricerca doveva comporsi di schede che avrebbero illustrato le variazioni dialettologiche rispetto ad un intero ciclo di lavoro con i suoi oggetti, con i suoi termini e i suoi tempi; ma la mole di dati e di osservazioni sono divenuti il riferimento per un successivo lavoro, hanno gettato le basi e hanno offerto un metodo a cui fare riferimento. Scheurmeier è stato un precursore di quelle ricognizioni sul territorio che hanno caratterizzato anche le ricerche dell’IBC fin dai primi anni Settanta del Novecento. Non si potrebbe pensare ad un approfondito studio della storia della cultura materiale e del suo linguaggio prescindendo dalle schede, frutto di tante interviste, dalle foto che ritraggono uomini, strumenti, quotidianità e rituali della campagna.
Egli ha segnato un modo di accostarsi all’universo del lavoro, alla manualità. Come scrive Massimo Tozzi Fontana, in questo libro che propone alcuni saggi, oltre a schede ed immagini di quella parte dell’Archivio dello studioso acquisite dall’IBC, “Scheuermeier fa parte di quel vasto e vario movimento di ricercatori che hanno esplorato il mondo del lavoro armati di volta in volta di questionari, di schede, matite, pennelli e tavolozze e – in tempi più vicini ai nostri giorni – di registratori e macchine fotografiche, lasciando tracce e testimonianze spesso non omogenee tra loro, ma indispensabili per comporre un quadro dettagliato della storia della cultura materiale italiana”.
Per saperne di più:www.ibc.regione.emilia-romagna.it
