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19 Novembre 2016 | IBC news

Lucio Gambi

Un geografo e i suoi paesaggi

A cura di Valeria Cicala

Care ascoltatrici e cari ascoltatori, oggi – 19 novembre 2016 – sollecitiamo la vostra attenzione su un evento che si svolgerà per l’intera giornata a Ravenna. Si tratta dell’incontro in ricordo di Lucio Gambi, Un geografo per la storia, che si tiene dalle ore  9:30 alla Biblioteca Classense.

Lucio Gambi è considerato il più importante geografo italiano dell’ultimo secolo, sicuramente quello più innovativo, in grado di aprire la geografia al contributo metodologico della ricerca storica, letteraria, sociologica e demografica. È stato il primo presidente dell’Istituto per i beni culturali, e fra i protagonisti del dibattito culturale e politico che, a partire dagli anni Sessanta, ha percorso le nostre Università e ha accompagnato l’attuazione delle Regioni.

Studioso di respiro internazionale, è sempre rimasto fortemente legato alla Romagna, sua terra di origine e la  Biblioteca Classense di Ravenna lo ricorda a dieci anni dalla sua scomparsa. La prestigiosa istituzione ha ricevuto in dono la sua ricca biblioteca, i materiali di studio, le carte storiche, le foto, e la biblioteca della moglie, Ornella Vergnano, docente di botanica all’Università di Firenze e ha dedicato loro una sala di lettura inaugurata nel 2008.

La giornata di studi è stata organizzata per ricordare intorno ai temi specifici “Ravenna e Romagna” l’intenso rapporto del grande studioso con la sua terra natale, il suo sguardo critico e le sue capacità di profondo studioso. E i suoi allievi, colleghi e amici hanno voluto ricordare la sua capacità di intraprendere su temi apparentemente locali e minori, lunghi progetti di ricerca, filoni di studio, e di fondare relazioni personali forti e durature.

Lucio Gambi è stato professore dell’Alma Mater dal 1975 al 1990, anno del suo pensionamento. Nel pieno degli anni Settanta l’insegnamento di Lucio Gambi nell’università di Bologna è apparso subito fondamentale. Le sue lezioni, mai facili e scontate, avevano un metodo ricorrente: si snodavano lungo un percorso che partiva da casi di studio, da racconti del territorio, da inquadramenti storici per poi condurre gli interlocutori, allievi anche molto giovani, lungo la strada del ragionamento, aiutandoli a intrecciare i problemi, a farsi domande, e a trarre conseguenze, a guardarsi criticamente intorno.

Gli insegnanti di geografia erano tra i visitatori abituali del suo studio all’Università, insieme agli operatori culturali delle amministrazioni pubbliche della Regione e italiani che si avvicinavano a lui per chiedere una riflessione, un suggerimento su una mostra, su un parco urbano, su un’area di verde pubblico. Tanta la generosità con la quale elargiva i suoi pareri in colloqui privati, quanta la ritrosia e l’insofferenza, per le manifestazioni pubbliche alle quali si sottraeva volentieri.

Romagnolo per nascita, dicevamo, alla regione natale e di elezione assieme, Gambi dedicò fondamentali interventi che spaziano dalle ricerche sul paesaggio, alle indagini sull’architettura rurale e la cultura contadina, agli studi sulla forma della città nei suoi rapporti con la viabilità e l’ambiente, all’analisi del concetto di regione. Ci piace ricordare che nel 2008  per sottolineare il forte rapporto che il professore aveva avuto con l’IBC, l’Istituto ha realizzato un volume, La cognizione del paesaggio, curato da Maria Pia Guermandi e da Giuseppina Tonet  che raccoglie una selezione di scritti che illustrano l’ampiezza e la complessità dei temi trattati, da quelli di ambito scientifico alle incursioni storico artistiche e letterarie, alle indagini di archivio, agli scritti divulgativi o politici.

Per saperne di più www.ibc.regione.emilia-romagna.it.

Un saluto da Valeria Cicala.

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