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20 Agosto 2012 | IBC news

Pennelli e pennini

Diario senza date. Mostra antologica di Filippo De Pisis (1896-1956).

A cura di Valeria Cicala

20 agosto 2012

C’è ancora tempo, fino al 2 settembre, per visitare a Riccione, a Villa Franceschi, alla Galleria d’ Arte Moderna e Contemporanea, la mostra dedicata all’opera del maestro Filippo de Pisis,  nato nel 1856 e morto nel 1956. Un modo anche di celebrare il novantesimo anniversario dell’istituzione del Comune e di ribadire le scelte e l’impegno sul versante storico artistico della località turistica. 

Villa Franceschi propone attraverso una continua ricerca fatti, personaggi e situazioni che hanno segnato profondamente la storia dell’arte italiana ed europea del secolo scorso, e ne evidenzia gli aspetti che coinvolgono in qualche misura anche l’identità intellettuale della Perla Verde. 

L’omaggio a de Pisis ben si ambienta in questa località dove soggiornò più volte. Autore colto e sensibile e dal gusto estremamente raffinato, capace di reinventare i generi pittorici, egli ebbe un rapporto assai privilegiato con questo tratto della costa romagnola, non soltanto come luogo di villeggiatura estiva ma, prima ancora, come ‘attrazione’ letteraria. Nella fase di formazione, la poetica pascoliana rappresenta un punto di riferimento importante per lui. Come pure fondamentale fu l’amicizia con il poeta e scrittore Marino Moretti del quale fu sovente ospite a Cesenatico.

L’esperienza figurativa di de Pisis è sospesa fra la cultura figurativa francese e la metafisica italiana e influenzò particolarmente una generazione di giovani artisti romagnoli di buona formazione naturalistica.

La mostra si propone di illustrare l’itinerario figurativo del grande artista, che inizia a prendere gradualmente forma personale nei primi anni Venti e nel quale il paesaggio adriatico, le nature morte marine hanno un posto certamente di rilievo accanto alle vedute urbane delle sue città adottive, Parigi, Milano, Venezia.

Ma, altrettanto peculiare per comprenderlo nei suoi percorsi sono i diari, gli appunti e le lettere che ha lasciato e che descrivono le atmosfere della riviera tra le due guerre, da lui direttamente vissute. 

L’iniziativa è promossa dal Comune di Riccione in collaborazione con l’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, che affianca con sistematicità i progetti di Villa Franceschi e con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Rimini.

Ne sono curatori Claudio Spadoni e Daniela Grossi, Responsabile di Villa Franceschi, con la collaborazione di Guido Candela, Alessandro Giovanardi e Orlando Piraccini. La mostra è accompagnata dal catalogo di Silvana Editoriale.

Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it 

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