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3 Ottobre 2009 | IBC news

Riapre a Faenza, a Palazzo Laderchi, il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea

A cura di Valeria Cicala (IBC)

3 ottobre 2009

Si avvicina la celebrazione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia e in questo clima si colloca anche  la riapertura, a Faenza,  del Museo del Risorgimento e dell’età contemporanea con una mostra dedicata a personaggi, documenti e cimeli dall’età napoleonica alla spedizione dei Mille.
Un evento importante per il sistema museale cittadino, ma anche per una più profonda conoscenza di un segmento della storia nazionale così fondante.
Il patrimonio di documenti e oggetti che il museo propone danno una dimensione di come si sia affermata la coscienza e l’esigenza di comporre una nazione nelle singole realtà. In una geografia di luoghi, collocati in dimensioni politicamente differenti, in una penisola frammentata e con molteplici esperienze di governo.
L’origine del museo di Faenza risale al 1904, quando fu allestita in modo permanente, in un locale annesso alla Pinacoteca Comunale, una mostra dedicata al contributo dei Faentini al Risorgimento Italiano, già presentata all’Esposizione Regionale Romagnola di Ravenna.
Una mostra sull’indipendenza italiana, tenutasi nel 1921 presso i locali del Palazzo Comunale, determinò un ulteriore incremento della raccolta con donazioni di documenti e cimeli della prima Guerra Mondiale.
Nel 1960 alla documentazione ottocentesca e coloniale si aggiunsero altre testimonianze sulla lotta di liberazione.
Ora la collezione ha trovato la sua definitiva sistemazione in un’ala di Palazzo Laderchi. L’importanza di questo edificio si lega alle molteplici vicende di uno dei più antichi casati faentini, quello della famiglia Laderchi, che tanto ha contribuito alla storia e allo sviluppo della città, soprattutto durante il periodo risorgimentale.
Il palazzo fa parte di quel complesso edilizio monumentale prospiciente alla piazza che caratterizza il centro storico e ne è uno degli elementi più significativi sia per la felice posizione, sia per il valore dell’architettura e delle decorazioni interne.
Il Museo riapre dunque con l’esposizione di una piccola selezione dei più importanti documenti faentini al restauro di molti dei quali ha contributo anche l’ Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.

Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it

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