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11 Giugno 2016 | IBC news

La Sala ritrovata

Alla Rocca Gonzaga di Novellara tornano cinque affreschi restaurati

A cura di Valeria Cicala

Care ascoltatrici e cari ascoltatori, cosa ne direste di una visita alla Rocca Gonzaga di Novellara, una delle più belli corti italiane del Rinascimento padano? L’opportunità di andarci nasce dall’evento che si svolge domenica 12 giugno 2016, alle ore 16,30 per l’apertura al pubblico della Sala del Fico con i suoi affreschi restaurati, che risalgono al 1567.

La sala è uno degli ambienti più suggestivi e meno conosciuti della rocca e qui, ora, tornano i cinque affreschi strappati nel 1845 che sono stati sapientemente restaurati.

Con l’allusivo ed efficace titolo Lo “strappo” ricucito la manifestazione, che si svolge domenica pomeriggio propone il lavoro eseguito dal laboratorio di restauro di Giuliana Graziosi di Vignola, che va ad ultimare un lungo e complesso intervento di recupero dell’intera sala decorata a grottesche. Questo è stato promosso e finanziato dal 1997 al 2008 dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.

L’IBC con l’intervento di Iolanda Silvestri, è chiamato a ricordare la storia di quel restauro senza il quale non si sarebbero potuti reintegrare oggi i dipinti mancanti. Federico Fischetti della Galleria Estense di Modena e Giulio Zavatta dell’Università Ca’ Foscari di Venezia illustreranno le ragioni del recupero e il significato della sala, mentre Giuliana Graziosi parlerà del restauro.

La Sala del Fico, dipinta nel 1567, a pianta quadrata, sita al piano terra della Rocca Gonzaga, è decorata “a grottesche” da maestranze ferraresi della seconda metà del sec. XVI (Domenico Fredino e Giovan Battista Torbido). La decorazione, distribuita nella volta a crociera del soffitto e lungo le alte fasce parietali sui quattro lati della sala, è definita da una composizione simmetrica di volute vegetali e candelabre, da cui fuoriescono figure, animali veri e fantastici, vedute e motivi architettonici, racchiusi in una cornice vegetale fatta da canne palustri. Il naturalismo fantastico delle grottesche declinato in ambito padano si intercala a rimandi celebrativi ed emblemi araldici, stemmi cardinalizi e ritratti di personaggi femminili della casata.

Fantasia e storia convivono, come pure nel repertorio di quel tempo si collocano le Storie di Giuseppe e del Figliol Prodigo, visibili nelle lunette di raccordo tra il soffitto e le pareti, come nei cinque dipinti strappati ora ricollocati nella volta. Di notevole pregio l’elegante camino d’epoca in marmo rosso di Verona recante la scritta “Alphonsus Gonzaga. Comes. Novellaria”.

Entriamo nella rocca, restiamo sospesi tra narrazioni e immagini che una corretta salvaguardia sa restituirci.

Un saluto da Valeria Cicala
Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it

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