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2 Gennaio 2013 | IBC news

Salvati dal terremoto

Dipinti e sculture dai centri storici tra Bologna e Ferrara

A cura di Valeria Cicala

2 gennaio 2013

Si concluderà il 6 gennaio una mostra assai rilevante per la storia recente della nostra Regione Salvati dal terremoto. Dipinti e sculture dai centri storici tra Bologna e Ferrara in corso a Bologna a Palazzo Fava, Palazzo delle Esposizioni.

L’evento di grande rilevanza per la bellezza delle opere che espone, ha il suo valore aggiunto e il motivo di maggiore attualità nel riportare l’attenzione su quell’inestimabile patrimonio artistico che è stato salvato dalla violenza del terremoto che il 20 e il 29 maggio 2012 ha straziato tanti centri storici della provincia bolognese, ferrarese, modenese e reggiana. La mostra oltre a gratificare l’occhio proponendo opere emblematiche della lunga e fertile stagione della pittura emiliana tra il Cinquecento e il Settecento, invita attraverso le crude immagini delle macerie dalle quali queste opere sono state estratte a riflettere sull’impegno e la tempestività con cui hanno lavorato insieme Vigili del Fuoco e funzionari delle Soprintendenze. Il loro costante lavoro è stato decisivo per salvare e mettere in sicurezza un patrimonio comune, l’essenza stessa di una grande storia culturale e civile. E’ emerso forte un sentimento di responsabilità e di appartenenza in tutti e lo si percepisce anche nelle immagini del video che accompagna il percorso espositivo.

I contenitori storici: palazzi, chiese, biblioteche sono stati particolarmente colpiti e l’opera di catalogazione effettuata in questa regione con sistematicità è stata fondamentale per verificare lo stato e la dislocazione del patrimonio, per gestire traslochi e non perdere contezza – tra crolli, lesioni, volte scoperchiate e pavimentazioni infide – di quali e quante fossero le priorità. Nervi saldi e collaborazione, oltre alla competenza e alla professionalità hanno trasmesso, e questa mostra lo racconta, la vitale e quotidiana determinazione anche degli abitanti di difendere non solo la propria casa ma anche la storia e la bellezza dei luoghi in cui vivono.

L‘esposizione curata da Luigi Ficacci e Angelo Mazza, è stata promossa dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna e la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, ed è corredata da un utile e prezioso catalogo che fornisce, luogo per luogo la situazione dei comuni maggiormente colpiti e dai quali provengono le opere esposte. I quadri in mostra sono solo alcuni tra i molti che sono al momento ricoverate in luoghi più sicuri di quelli dove erano esposte e che resteranno a lungo inagibili. Curatori della pubblicazione, edita da Bononia University Press ,Graziano Campanini, Angelo Mazza ed Elena Rossoni. 

Sulle tele esposte si inanellano firme prestigiose tra cui: Ludovico Carracci, il Guercino, Ubaldo GandolfiLorenzo Sabbatini, Denys Calvaert, Alessandro Tiarini, Giovan Francesco Gessi, Ludovico Lana.

Particolarmente legato al tema della mostra il quadro di Giuseppe Tinti, proveniente dalla chiesa di San Pietro a Cento, nel quale, recita la didascalia, San Francesco Solano indica un terremoto ai santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista. San Francesco Solano, a lungo missionario presso gli indios del centro America, come il più noto Sant’Emidio d’Ascoli, era ritenuto capace di predire i terremoti.
Una visita a questa esposizione può essere un modo per conoscere meglio ed apprezzare non solamente la ricchezza del patrimonio dell’Emilia-Romagna, ma anche la dignità responsabile dei suoi abitanti e delle sue istituzioni 

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