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12 Novembre 2016 | IBC news

Si scoprano le carte!

Nella Rocca di Dozza scritti e ritratti per raccontare la sua storia dal X al XVIII secolo

A cura di Valeria Cicala

Care ascoltatrici e cari ascoltatori, vi segnaliamo un luogo e una mostra che intrecciano molti spunti. Partiamo dal luogo: Dozza, un borgo castellano che in qualche misura si è modellato sulla sua rocca. Questa costituisce un complesso monumentale, di origine medievale, che Caterina Sforza trasformò in castello fortificato e adibito, in epoca rinascimentale, a residenza nobiliare. La sua architettura ha influenzato il paesaggio urbano di questa località, famosa anche per la Biennale del Muro dipinto, come pure per la presenza di un’importante Enoteca. Possiamo dire che cultura e tradizione agro-alimentare qui, come in tante altre realtà del territorio regionale, si compenetrano e offrono eventi di qualità.    

E di alto profilo è la mostra che si inaugura oggi a Dozza alle ore 16 nella Rocca A carte scoperte. Scritti e ritratti per la storia di Dozza dal X al XVIII secolo, curata da Patrizia Grandi, Francesca Grandi ed Enrico Angiolini e dedicata al restauro di sette dipinti della quadreria storica della Rocca, finanziato dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, e che propone anche la prima fase del progetto di riordino dell’Archivio storico comunale, realizzato grazie al contributo di don Lindo Contoli.

La mostra rimarrà allestita fino al 2 aprile 2017 e sarà visitabile tutti i giorni (tranne il lunedì) negli orari di apertura della Rocca.

Il materiale conservato all’Archivio storico comunale è di grande valore: si tratta di documentazione in pergamena originale dal 1398. Si possono apprezzare alcune memorie della signoria di Caterina Sforza, i registri di contabilità del Comune dal 1401 al 1800 e le delibere del Consiglio dal 1518 in poi.
 

Sette i dipinti restaurati dell’antica quadreria della Rocca, tra questi è da segnalare il ritratto della contessa Silvia Collalto di San Salvatore, moglie del Marchese Federico di Gonzaga di Poviglio, definita la ‘Dama misteriosa del Castello‘. L’opera era pervenuta come ‘Ritratto di Paola Bentivoglio’, ma i lavori di restauro hanno permesso di risalire all’autentica attribuzione. Anche per gli altri  sei dipinti, ritratti cinque-seicenteschi degli antenati illustri dei Campeggi, il restauro è stata l’occasione preziosa per recuperare la qualità di questi, in particolare del  ritratto di Lorenzo Campeggi; come pure ha creato l’opportunità di ridefinire l’allestimento della quadreria e predisporre un percorso di visita corredato da supporti didascalici.

Vi auguriamo una buona visita. Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it

Un saluto da Valeria Cicala

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