27 aprile 2013
Fragile, soggetta a deterioramento, ma attraente già al tatto, la carta costituisce uno dei fondamentali supporti dell’intera cultura verbale e a gran parte di quella iconografica e trova ora nel le nuove tecnologie una seconda vita e una più sicura longevità.
Alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza è in corso la mostra Tra segno e colore. Opere su carta della collezione Ricci Oddi, assai interessante perché propone opere a lungo conservate nei depositi museali e, dunque, poco note al grande pubblico, dedicata, appunto, a quelle creazioni realizzate su supporto cartaceo e ai problemi di conservazione che presentano. Si tratta di poco più di una cinquantina di opere di cui una trentina a colori (pastelli e acquerelli) e il resto in bianco e nero (disegni e incisioni) che per la delicatezza del materiale sono state, soprattutto quelle in bianco e nero sempre meno esposte in quanto che la luce contribuiva a deteriorarle.
Ora queste opere si possono apprezzare nel percorso di questa esposizione che cura sia il versante documentario sia quello didattico. Due le parti in cui si articola l’itinerario: a disegni e stampe in bianco e nero, seguono le sfumature di acquerelli e pastelli che, sebbene siano tecniche pittoriche in senso, sono qui documentati, presentando in generale analoghi problemi conservativi.
Troviamo così i romantici fusains del Fontanesi, il carboncino finito e dettagliato del Borrani, la matita del Klimt, le sbavate e caricaturali acqueforti del Fattori, di contro a quelle più fini e precise ancora del Fontanesi, gli acquerelli del Morelli e i pastelli del Casciaro.
Per stimolare il pubblico ad un confronto tra opere restaurate e quelle che ancora necessitano di un intervento, queste sono suddivise per tipologia e proposte in sezioni introdotte da pannelli esplicativi sulle cause del degrado della carta e sulle diverse tecniche di recupero. Il percorso trova un naturale prolungamento nelle sale della Galleria, dove didascalie ad hoc segnalano al visitatore le opere su carta permanentemente esposte.
Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it