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8 Marzo 2014 | IBC news

Signore con le ali

A Bologna la mostra “L’altra metà del cielo. L’epopea delle donne volanti”

A cura di Valeria Cicala

8 marzo 2014

Dall’8 marzo alla Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna potrete visitare la mostra “L’altra metà del cielo. L’epopea delle donne volanti” che propone l’avventura di circa trenta aviatrici, dagli inizi del Novecento fino ai giorni nostri. Un’iniziativa piacevole e particolarmente adatta ad inserirsi nel novero delle manifestazioni che in qualche misura vogliono essere una dedica ai talenti e alla forza dirompente che le donne sanno esprimere.

E se l’espressione “l’altra metà del cielo” è un modo per parlare del genere femminile, certamente non ci poteva essere titolo più ad hoc per un’esposizione che racconta per immagini, in modo assai ben documentato, fuori da toni retorici o enfatici, il percorso e l’affermazione che il gentil sesso ha avuto in un orizzonte, continuiamo a giocare sull’ambivalenza delle parole, che certamente si profilava assai maschile, fortemente legato nell’immaginario collettivo, ad una professione proiettata non tanto nell’ambito civile, bensì a quello militare. E pure negli eventi bellici, soprattutto dagli anni trenta, le donne sono riuscite a dare un significativo contributo. Il fatto di prendere un brevetto e pilotare un aereo non si pensi sia stato un fenomeno legato alla pubblicità e alla moda, sebbene ci siano state anche queste componenti.

Chi sono le donne alate, circa una trentina, che ci raccontano e la mostra e il bel catalogo curato da Mauro Antonellini, Angelo Emiliani e Paolo Varriale? Ci sono americane, molte francesi, in genere una nutrita componente europea, figure femminili provenienti dall’ex Unione Sovietica e dalla Nuova Zelanda. Ben si inseriscono in questo gruppo le italiane, come Rosina Ferrario prima donna italiana a ottenere nel 1913 il brevetto di pilota (il numero 203). Suggestivo annotare che il primo brevetto di pilotaggio fu assegnato ad una donna l’otto marzo del 1910, si chiama va Elise Deroche, era francese.

L’esposizione, organizzata dall’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il Museo Francesco Baracca di Lugo, è una narrazione di vite e destini assai differenti e colpisce il fatto che la passione per il volo non sia affatto appannaggio di giovani borghesi in cerca di emozioni, ma un percorso raggiunto con impegno e determinazione, con spirito di servizio, con un piglio di sana competitività, ma non come la voglia di un “folle volo” di un riscatto esasperato rispetto ad un contesto nel quale non era certo facile inserirsi.

Una vera celebrità tra le coraggiose e belle protagoniste di questa mostra è Amelia Earhart, “Lady Lindy”, forse la più nota tra le pioniere del volo al femminile, prima donna ad attraversare l’Atlantico,personaggio dai connotati romantici, scomparsa a 25 anni, sulla quale nel 2009 è uscito un film diretto da Mira Nair e interpretato dal premio Oscar Hilary Swank e da Richard Gere. Ali e donne sono del resto una simbiosi che attraversa il mito, la letteratura come pure la storia dell’arte. Quale più suggestiva rappresentazione di donna alata della Nike di Samotracia potente e impalpabile nel frusciare delle sue vesti nella forza delle grandi ali che la sospingono? Assai intensa la fotografia che accompagna sul manifesto l’edizione bolognese della mostra che era già stata realizzata due anni fa a Lugo. Si tratta dell’aviatrice neozelandese Jean Batten, conterranea di un’altra donna destinata a grande celebrità, anche anagraficamente non troppo distante da lei, Katherine Mansfield, altro ritratto femminile coraggioso e di profondo talento letterario che, in giorni e circostanze dedicate alle donne, piace ricordare.

Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it

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