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26 Luglio 2014 | IBC news

Viaggiare nel tempo

Una mostra nella domus del chirurgo a Rimini

A cura di Valeria Cicala

Andiamo a Rimini in questo 2014 che festeggia i duemila anni del ponte Tiberio, l’imperatore che successe ad Augusto, il quale di quel ponte era stato fautore all’interno della riorganizzazione dell’impianto urbanistico dell’antica colonia latina. A Rimini doveva tenerci molto il figlio adottivo di Cesare, a giudicare dallo splendido arco che segna, tutt’ora, il suo orizzonte. Ebbene, nel tessuto storico archeologico di questa bella città adriatica, all’interno di una delle più strepitose scoperte archeologiche della regione, la domus del chirurgo, è stata realizzata una mostra, che resterà aperta fino al 24 agosto, e che ha tutte le caratteristiche per coniugarsi con la storia e la letteratura, con l’archeologia e con i miti.

Si intitola Il mito il viaggio la passione e propone un emozionante percorso di opere di un artista, Alessandro La Motta che, come scrive Massimo Pulini, “lavora sull’archetipo delle forme, sulle radici iconiche del volto, del corpo e dell’architettura”, e, dunque, proporre le sue opere in questo contesto gli è congeniale.
Già il titolo apre ai territori e agli stati d’animo di La Motta, così profondamente legato alla cultura classica, agli orizzonti mediterranei in cui Atene e Roma, Iliade ed Eneide, Platone e i pitagorici, come pure Cicerone, possono incontrarsi in un segno, in forme e colori che catturano l’antico ma abbracciano l’inquietudine del contemporaneo.

Il suo lavoro trasmette l’esigenza di viaggiare nelle parole e nelle forme di un altro tempo, guardando la realtà che ha ancora bisogno di dei, di miti, di bellezza, ma l’artista vuole compenetrare tutto ciò con una ricerca che scava nelle macerie di questo tempo.
La mostra, che ha il patrocinio dell’IBC, si colloca nei percorsi espositivi del Museo della Città, che, come è emerso sia attraverso la Biennale del Disegno, sia nei contenuti del Festival del Mondo Antico, vive dialetticamente, con approcci trasversali e continui le risorse del suo patrimonio, le sollecitazioni che da questo si generano e che aprono alla creatività del presente e alle sue differenti declinazioni.

Il viaggio prevede un ritorno o un nuovo approdo ed è, in ogni caso, un’esperienza rigenerante. Le opere di Alessandro La Motta, dense di echi e di suggestioni, di una plasticità antica, ma pulsante di vita, sono un percorso che trova efficaci riferimenti anche nelle riflessioni del già menzionato Pulini come pure nelle pagine di Aurelia Nicolosi e nell’introduzione al catalogo, edito da NFC, di Beatrice Buscaroli.

Buona visita e un saluto da Valeria Cicala.
Per saperne di più www.regione.emilia-romagna.it

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