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20 Settembre 2014 | Paesaggio dell'anima

Bologna alla vigilia della Grande Guerra

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

Igor Stravinsky: Marcia del soldato (da “L’histoire du soldat”).

Cari ascoltatori, come sapete quest’anno ricorre il centenario dell’inizio della Grande Guerra: 1914-2014. Cento anni trascorsi per niente, se si considera la situazione attuale di un mondo sempre più infiammato, dall’Ucraina all’Iraq, che sembra non saper fare tesoro delle drammatiche esperienze passate. La gente rimane impigliata nella storia senza accorgersene: ed è ciò che è accaduto anche a Bologna, dove alla vigilia della prima guerra mondiale la città era indaffarata in tutt’altre faccende. Com’era la Bologna di allora? Era una città impegnata nelle grandi trasformazioni urbanistiche che ne avrebbero disegnato il volto odierno. L’abbattimento delle mura medievali, a partire dal 1902, e di due delle porte d’accesso, D’Azeglio e Sant’Isaia, per noi che siamo in questo senso “conservatori”, sarebbe meglio non fosse avvenuto. Oggi avremmo una bellissima città ancora tutta racchiusa nel suo antico bozzolo. Invece gli amministratori di allora vollero, sul modello delle grandi capitali europee, adeguarla ai nuovi mezzi di trasporto e all’aumento della popolazione. Così nacquero, oltre le vecchie mura, i nuovi quartieri operai della Cirenaica e della Bolognina. Così partì nel 1904, dopo alcune corse di prova, il primo tram elettrico.

 Lucio Dalla: A una fermata del tram.

 Credi di essere ancora nella Bella Epoque, e invece sei già sull’orlo dell’abisso. Inauguri teatri, linee ferroviarie, scuole, centri sportivi, e non sai che a parlare, tra un po’, saranno i cannoni. Nel 1907 viene elettrificata per un buon tratto la tramvia a vapore in funzione dal 1886. Nel 1911 è completata la linea ferroviaria Bologna-Verona e viene deliberata la costruzione della Bologna-Firenze. Nel 1895 viene aperta la Scuola femminile di arti e mestieri per insegnare alle ragazze delle classi popolari i mestieri di sarta, ricamatrice, impiegata nelle poste o nella pubblica amministrazione. Due anni dopo l’architetto Collamarini progetta il tempio del Sacro Cuore e l’Istituto Salesiano, che ospita un convitto, una scuola elementare, un ginnasio e laboratori di arti e mestieri. Le aule scolastiche vengono adeguate alle nuove norme igieniche, e tra il 1913 e il 1915 lungo i viali di circonvallazione, nelle zone liberate dall’abbattimento delle mura, si costruiscono nuovi edifici scolastici. Nel 1888 riapre il teatro popolare L’Arena del Sole eretto nel 1810, con due novità: la luce elettrica e una nuova facciata costruita sulla via della stazione. Borghesi, ma anche facchini e lavandaie, affollano, anche in ora tarda, dopo gli spettacoli, il Caffè dell’Arena. Tutto sembra andare per il meglio, ma la guerra incombe.

 Francesco Perri: Prima canzone di guerra.

 Nel 1913 in via Indipendenza apre il teatro Apollo, che diventerà il più celebre locale di varietà di Bologna. Sei anni prima i bolognesi avevano avuto il loro primo cinema, e anche la prima censura, con i gestori del Cinema Superiore condannati a due mesi di carcere per aver proiettato una pellicola troppo osé. Già nel 1889 era stata inaugurata la piscina, e nel 1902 il primo campo da tennis ai Giardini Margherita. Nel 1909 nasce ufficialmente il Bologna Football Club. Tanta è la voglia di divertirsi e di godersi la vita, anche con il cibo buono. Nel 1911 la Majani, una delle prime aziende in Europa produttrici di cioccolata solida, ottiene il permesso di produrre il famoso cremino a quattro strati vincitore del concorso promosso dalla Fiat. Nel 1912 viene realizzata una macchina per fare i tortellini che ottiene la medaglia d’oro al Premio Umberto I. Ma mancano pochi anni a Sarajevo, dove tutto cominciò. Da un paese periferico dell’Impero austro-ungarico arriva la miccia che accende gli animi, resuscita odi lontani, scatena la follia della guerra. Sarajevo sarà protagonista, ottant’anni dopo, di un’altra guerra che resuscita gli antichi fantasmi. “Miss Sarajevo” è la canzone degli U2 dedicata alla città della Bosnia. Da brivido è l’innesto della voce operistica di Luciano Pavarotti, che inserì il brano nel suo concerto Pavarotti & Friends di Modena del 1995.

 Brian Eno, Bono, The Edge, Luciano Pavarotti, Orchestra Filarmonica di Torino: Miss Sarajevo.  

 L’Italia entrò in guerra nel 1915. In quello stesso anno i bolognesi, temendo incursioni aeree, pensarono di mettere al riparo il loro bene più prezioso: la statua del Nettuno in piazza Maggiore. Dapprima costruirono intorno alla statua e alla fontana un’armatura di protezione in legno. Poi, nel 1918, la imballarono e la portarono nei sotterranei del Palazzo Comunale. Nel 1916 erano cadute bombe sul Ravennate e sul Ferrarese, perciò i bolognesi pensarono di rafforzare le misure di sicurezza. Il segnale d’allarme, che fino ai bombardamenti sulle province vicine veniva dato dal campanile del palazzo del Podestà, ora era dato dallo sparo di razzi-bomba. Con questo, i tram si sarebbero fermati e l’illuminazione interrotta. Già allo scoppio della guerra i fanali a gas dell’illuminazione pubblica erano stati schermati con vernice blu, e i privati al primo allarme avevano l’obbligo di chiudere i negozi e di spegnere le luci. Vi era invece l’obbligo di tenere aperti i portoni sulle strade, per dare possibilità alla gente di trovare rifugio. Bisognava inoltre tenere a portata di mano stracci da bagnare con l’alcool, attraverso cui respirare in caso di utilizzo di gas da parte dei nemici. Per fortuna, l’unico allarme per incursione aerea si ebbe il 29 settembre 1917, quando aerei nemici erano giunti fino al Ferrarese, subito messi in fuga dalle batterie contraeree. Allo scoppio delle detonazioni, molta gente si rifugiò in cantina. Ecco, cari amici, quali sono gli effetti della guerra. Guerra, War, Krieg, Guerre, Voyna: parola più brutta non esiste.

 Moby: Study War.

Brano corrente

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