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21 Marzo 2015 | Paesaggio dell'anima

Musica barocca sotto le Due Torri

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Alessia Del Bianco.

Giuseppe Torelli: Concerto grosso in sol minore op. 8 n. 6. II. Largo.

Ah, la musica barocca! Stiamo ascoltando il Concerto grosso in sol minore opera 8, numero 6, di Giuseppe Torelli, violinista veronese che il 27 giugno 1684 fu ammesso nella prestigiosa Accademia Filarmonica di Bologna, di cui vi abbiamo parlato nella puntata scorsa. Dopo aver composto sinfonie per celebrazioni liturgiche, Torelli fu innalzato al rango di compositore nel 1692. È interessante la vita di questo musicista, ricordato ancora oggi per le sue composizioni per archi e tromba e per i suoi concerti grossi, una forma musicale che ebbe grande sviluppo proprio a Bologna grazie all’Accademia Filarmonica. La vita di Torelli, dicevamo: è stata quella di un artista del Settecento, molto richiesto come violinista non solo a Bologna, ma anche a Parma e Modena. Dopo lo scioglimento nel 1696 della Cappella di San Petronio per motivi economici, Torelli cercò ingaggi fuori Bologna. Se ne andò alla corte del margravio di Brandeburgo e poi a Berlino dall’Elettrice Sofia Carlotta di Brunswick-Lüneburg, cui dedicò i Concerti musicali opera 6. Qui lo ascoltiamo in una delle sue famose sonate per archi e tromba, eseguita al Palazzo Ducale di Sassuolo il 5 ottobre 2011, con Elisa Citterio al violino e Gabriele Carcano alla tromba.

Giuseppe Torelli: Sonata in re maggiore G 1. II. Allegro.

Con chi andò Torelli in Germania? Con Francesco Antonio Pistocchi detto «il Pistocchino», un castrato siciliano che nel 1670 fu ingaggiato come cantore di musica sacra nella basilica di San Petronio a Bologna. Cantava nel registro di contralto anche a Ferrara e alla corte di Parma. Dall’avventura tedesca con Torelli, il Pistocchino ricavò un incarico come «maestro di cappella» per il marchese di Ansbach. Ad Ansbach trovò lavoro anche Torelli come «maestro di concerto», cioè primo violino  e direttore d’orchestra. I due andarono poi insieme a Vienna, da dove scrivevano lettere a Bologna oggi conservate nel Museo della Musica. La nostalgia delle Due Torri, che allora erano molte di più, fece intraprendere ai due amici la via del ritorno. A Bologna, dove sarebbe morto nel 1726, il Pistocchino fondò una famosissima scuola di canto. Torelli sappiamo che abbandonò Vienna perché soffriva di depressione e ipocondria, e che nel 1701 era rientrato a far parte, con l’amico cantore, dei musicisti della Cappella di San Petronio, nel frattempo rinata. Del Pistocchino, che era anche compositore, ascoltiamo un’aria dall’oratorio del 1692 “Il martirio di San Adriano”, eseguito dalla Compagnia de’ Musici.

 F. A. Pistocchi: Il martirio di San Adriano. Parte I. Aria: Fede insana (esecuzione: Compagnia de’ Musici e Francesco Baroni).

Le lettere che Torelli e il Pistocchino scrivevano da Vienna erano indirizzate al bolognese Giacomo Antonio Perti, che per una sessantina d’anni fu maestro di cappella nelle più importanti chiese bolognesi: nella cattedrale di San Pietro, nella basilica di San Petronio,  in quella di San Domenico, nella chiesa della Galliera. Perti compose moltissima musica sacra con attenzione alle parti vocali, che erano quelle che più lo interessavano. Una carriera svolta tutta a Bologna, e della quale siamo informati grazie alla sua biografia, scritta da padre Martini, autore della prima «Storia della musica» e insegnante stimato da Mozart, che venne a Bologna a studiare musica da lui. Ascoltiamo Giacomo Antonio Perti nella sua «Messa a otto voci».

Giacomo Antonio Perti: Messa a otto voci. Gloria in excelsis Deo.

Cari amici, Perti era allievo del violoncellista e compositore Petronio Franceschini, con il quale concludiamo il nostro «Paesaggio» di oggi sulla musica barocca creata a Bologna. Franceschini ha avuto la sfortuna di morire a soli 29 anni nel 1680, per una polmonite di cui si ammalò a Venezia, dove era stato chiamato a scrivere opere per il teatro dei Santi Giovanni e Paolo, dopo i successi bolognesi. A 24 anni era già il primo violoncellista della Basilica di San Petronio. Di lui ci restano cinque opere, varie composizioni liturgiche ed alcune sonate per tromba solista e accompagnamento, niente male. Sentite la tromba? Sono gli squilli e gli ori del barocco. Alla prossima puntata, cari ascoltatori!

Petronio Franceschini: Sonata a 7 in do. IV. Allegro (dal cd «Baroque Music of Bologna», 1993).

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