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9 Maggio 2015 | Paesaggio dell'anima

Piacenza ieri e oggi

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

Jordi Tagliaferri: Black Nine.

Piano piano stiamo andando verso Piacenza, cari ascoltatori. Ci arriviamo con l’entusiasmo di un ragazzino di vent’anni, che a sedici ha eseguito questo brano con la sua batteria, genere hip hop. Anche questa è passione per la musica, che i piacentini ritengono di avere innata perché, sottilizzando un po’ a discapito dei parmensi, sostengono che Giuseppe Verdi e Arturo Toscanini fossero in realtà dei loro. Piacentina da sei generazioni era infatti la famiglia di Verdi, anche se lui era nato a Busseto. E Toscanini nacque a Parma subito dopo che i suoi genitori vi si erano trasferiti da Cortemaggiore, in provincia di Piacenza.
Piacentino senza ombra di dubbio era il pianista Amilcare Zanella, figura di primo piano dell’Ottocento musicale italiano, noto come interprete di Bach, Scarlatti, Beethoven, Schubert e Chopin. Vogliamo farvi sentire una sua  pagina pianistica, tutta immersa nell’atmosfera sognante del suo tempo. La esegue Lorenzo Bavaj.

Amilcare Zanella: Rêve (sul lago) da «Il libro di sogni», op. 40.

Restiamo nel campo della musica classica per presentarvi un altro pianista e compositore di cui giustamente la città si fa vanto. E’ Fabrizio Garilli, che è stato anche direttore del Conservatorio Nicolini. Il quale Conservatorio è una delle tante realtà che promuovono la musica a Piacenza, insieme con il teatro Municipale, la Società dei Concerti, l’orchestra Toscanini, il Coro Terre Verdiane  (tra i più importanti cori lirici in ambito nazionale), il Gruppo Ciampi, il Jazz Festival e varie altre associazioni. Di Garilli, interprete bachiano e delle musiche del Settecento italiano, vi facciamo ascoltare un’esecuzione al clavicembalo del Preludio e fuga n. 6 in re minore di Johann Sebastian Bach.

Fabrizio Garilli: Preludio e fuga n. 6 in re minore, di Johann Sebastian Bach.

E visto che siamo nel Settecento, restiamoci, cari amici, con un musicista piacentino di quel periodo, Vincenzo Legrenzio Ciampi, dal quale ha preso nome il Gruppo Strumentale Ciampi. Fondato sessant’anni fa a Piacenza, l’ensemble svolge un’intensa attività concertistica. Ora lo ascoltiamo nell’esecuzione del Salve Regina del musicista secentesco lombardo Francesco Cavalli, che studiò con Monteverdi e al quale il Gruppo Ciampi ha recentemente dedicato un cd.

Gruppo Strumentale Ciampi e Coro Ciampi: Salve Regina, di Francesco Cavalli.   

Non possiamo parlare di musica a Piacenza senza nominare Luigi Illica, nato a Castell’Arquato nel 1857, passato alla storia come uno dei librettisti d’opera più importanti dell’Ottocento. Scrisse ottanta libretti per i maggiori compositori lirici: per Giacomo Puccini scrisse, in collaborazione con Giuseppe Giacosa, Bohème, Tosca e Madama Butterfly. E da solo l’Andrea Chénier per Giordano. Era un irrequieto, Illica: un esponente della scapigliatura, girovago e bohèmien. In un duello a Bologna perse l’orecchio sinistro. Suo padrino, in quell’occasione, fu Giosuè Carducci. Prima di arrivare a Milano per dedicarsi al giornalismo e al teatro, aveva passato quattro anni sulle navi. Articoli di giornale, poesie, prose: nella sua carriera c’è di tutto, e forse nulla di memorabile se non i suoi quattro o cinque libretti d’opera che lo consegnano all’eternità. Ed è con la sua Tosca, e con l’aria Vissi d’arte cantata da Maria Callas, una voce che viene dal paradiso, che ci congediamo da voi, cari ascoltatori.

Giacomo Puccini: Tosca. Atto II. Vissi d’arte. Libretto di Luigi Illica. Maria Callas e Orchestra del Teatro alla Scala di Milano.

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