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16 Aprile 2011 | Paesaggio dell'anima

Primavera in Val Conca

Un viaggio in regione attraverso la musica.

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri

16 aprile 2011

Le musiche di questa puntata: Simon & Garfunkel, Collettivo Ginsberg, Claudio Carboni, Macola, Bevano Est.

Aprile, lei verrà / Quando i torrenti sono maturi e ingrossati dalla pioggia / Maggio, lei si fermerà / Restando ancora fra mie braccia / Giugno, lei cambierà la sua melodia / Con una camminata agitata caccerà la notte / Luglio volerà / E non si preoccuperà del suo volo / Agosto, lei deve morire / Il vento autunnale soffia ghiacciato e freddo / Settembre io ricorderò / Che un nuovo amore è ora invecchiato”.

Musica. Paul Simon & Art Garfunkel: April come she will.

Sono le parole di una celebre canzone di Simon e Garfunkel. Come dire: a ogni stagione, il suo tempo. Dove andiamo, oggi, a inseguire la primavera? Cari ascoltatori, il caldo eccezionale delle scorse giornate ci ha proiettato dentro l’estate. Ma siamo solo ad aprile, e noi non vorremmo perderci la primavera. I glicini nelle campagne sono già tutti fioriti; le margherite nei prati, i tulipani nei giardini delle case, i fiori rosa dei peschi e, tra un po’, i ciliegi. Colori, profumi, raggi solari e temperature dell’aria devono darci il tempo di accostarci a loro, non possono folgorarci con improvvise fiammate d’estate. L’estate non può prendersi già tutto lo spazio. Quindi, noi andiamo a cercare la primavera. Vi portiamo in Romagna, in una valle bella e piena di verde, dove chiediamo al caldo di ritornare più avanti, quando sarà il momento. In viaggio, ascoltiamo una giovane band di Forlì con un brano che sa di Nick Cave e Tom Waits, adatto alla guida in libertà su strade deserte.

Musica. Collettivo Ginsberg: To the womb

Il nostro viaggio in Val Conca parte da Cattolica, la cittadina balneare a sud di Rimini e al confine con le Marche, che mostra già, con l’avvicinarsi delle vacanze di Pasqua, un po’ di frenesia estiva. Da Cattolica arriviamo presto a San Giovanni in Marignano, dove inizia la valle in cui scorre il fiume Conca. San Giovanni ha un bel centro storico chiuso al traffico, ricco di locali con i tavolini all’aperto, dove si può mangiare e bere, sorseggiare aperitivi e guardare il passeggio, in tutta libertà. Se lo sguardo vi cade a terra, vedete sotto la pavimentazione le fosse granarie, cioè i depositi sotterranei di cereali che un recente restauro ha riportato alla luce. San Giovanni era il granaio dei Malatesta: i signori di Rimini vi ammassavano il grano che serviva alle loro necessità, e per difenderlo dotarono il borgo di fortificazioni ancora oggi visibili. Sentite una musica che ha tutta l’allegria di Romagna? E’ un tango di Secondo Casadei, il fuoriclasse del folk romagnolo, rivisitato da Claudio Carboni, sassofonista bolognese di grande spessore, che dalla musica da ballo è approdato al jazz e alla musica etnica. E’ una bella giornata di primavera, e stiamo andando in un posto speciale.

Claudio Carboni: Non voglio perderti.

In una piccola frazione di San Giovanni in Marignano c’è la chiesetta di Santa Maria Pietrafitta, semplice e luminosa, di origine bizantina, dove si trova una delle più antiche testimonianze artistiche della Val Conca: un pluteo, cioè un bassorilievo di marmo usato per la recinzione dell’altare, che risale al IX secolo. Ci pensate? Questi nodi, viticci, rosoni di gusto astratto, affiancati da una croce decorata, hanno circa 12oo anni. Quante generazioni sono passate? Trenta, trentacinque? Se ci allunghiamo fino a Montegrimano, nell’alta valle del Conca già nelle Marche, in località Montetassi è murato sul fianco della chiesa un frammento di sarcofago “barbarico” del VII-VIII secolo. Ma per restare in Romagna, basta andare nello splendido borgo di Montefiore Conca per toccare, nella chiesa parrocchiale, un capitello tardo romano del IV-V secolo trasformato in acquasantiera. E’ chiaro, amici, che questi reperti sono una scusa per scollinare nel verde, lungo le antiche vie che si snodano attraverso le più belle colline del Riminese: stradine tortuose e pittoresche che costeggiano campagne verdi come giardini, dove ogni tanto s’incontrano castelli, borghetti, edifici rurali. Ad accompagnarci è la musica della band di Macola, cantautore di Longiano: un travolgente folk-blues cantato in dialetto romagnolo.

Musica. Macola: Du che va.

E’ una valle di morbide colline e di borghi quasi intatti, appoggiati sulla sommità dei promontori, quella che stiamo attraversando. Il mare è vicino, ma la sua confusione qui non arriva. Vedete come sono remote, queste contrade: la mancanza di grandi vie di comunicazione ha tenuto lontano il turismo con i suoi effetti devastanti, ma anche accresciuto le difficoltà dell’agricoltura e della piccola industria, spopolando i paesi collinari, un tempo più floridi di quelli della Costa. Ma non vogliamo immalinconirci. E’ una bella giornata di primavera, i campi sono fioriti, il cielo è azzurro, e la musica di Romagna ci fa sognare. Ancora un brano in dialetto, di una storica band dell’entroterra di Forlì, i Bevano Est. Per la cronaca, questo brano ha vinto il premio speciale “Aie Emilia-Romagna” del concorso “La musica libera. Libera la musica” organizzato dal MEI e dalla nostra radio. Nella compilation che abbiamo realizzato, sono compresi anche i brani di Collettivo Ginsberg e Macola. Tutta creatività romagnola, e si sente!

Musica. Bevano Est: Du che.

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