Salta al contenuto principale
23 Novembre 2013 | Paesaggio dell'anima

La Semiramide di Castenaso

Un viaggio in regione attraverso la musica.

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

23 novembre 2013

Musica. Gioacchino Rossini: La donna del lago. Tanti affetti in tal momento (Orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Direttore Riccardo Muti. Soprano June Anderson).

Ah, la voce di June Anderson come s’infiltra potente nella pioggia di questa mattina di novembre! Siamo nella campagna bolognese, cari amici, alla ricerca della “donna del lago”. Sappiamo che si chiamava Elena, visse in Scozia nel Cinquecento, era innamorata del cavaliere Malcom, ma di lei si era innamorato anche il cavaliere Uberto, nome dietro il quale si nascondeva il re Giacomo. E quando Giacomo si rivela, dopo la vittoria contro i ribelli, perdona Elena e Malcom e ne consente le nozze. Vi stiamo raccontando la trama de “La donna del lago” di Gioacchino Rossini, come avete già capito. Elena, la donna del lago, era la celebre soprano spagnola Isabella Colbran, che visse e morì tra questi campi e queste nebbie, e qui sposò nel 1822 Gioacchino Rossini. La villa del grande musicista e di sua moglie sorgeva nei dintorni di Castenaso, e fu distrutta nel 1945 durante la guerra. Restano solo un piccolo pozzo e una parte della cancellata d’ingresso a ricordare il luogo in cui nacquero le magiche note della “Semiramide”. 

Musica. Gioacchino Rossini: Semiramide. Ouverture (Chamber Orchestra of Europe. Direttore Claudio Abbado).

Sì, cari amici, nella villa di Madonna di Villanova, a pochi km da Castenaso e a 11 da Bologna, Rossini compose la “Semiramide” e pare anche il “Guglielmo Tell”. Il pianoforte da lui utilizzato fu venduto nel 1851 insieme alla dimora, sei anni dopo la morte di Isabella, dalla quale Rossini si era separato nel 1837. In realtà la villa apparteneva al violinista  Juàn Colbran, padre di Isabella, che l’aveva comprata dal Collegio di Spagna, l’istituzione che accoglieva i giovani spagnoli che venivano a studiare all’Università di Bologna. Gli spagnoli avevano introdotto a Bologna la devozione della Vergine del Pilar venerata a Saragozza. L’apparizione miracolosa della Madonna, il 27 gennaio 1699, a una giovane contadina che poi si sarebbe fatta suora, portò alla costruzione di un santuario che esiste ancora oggi. In quella stessa chiesa fu celebrato nel 1822 il matrimonio di Gioacchino Rossini con Isabella Colbran. Quante volte siamo passati davanti alla Madonna del Pilar senza sapere di queste nozze, ricordate da una lapide all’interno. E quante volte abbiamo fatto questa strada ignorando che accanto alla chiesa vi erano il podere e la villa estiva in cui il grande musicista visse una decina d’anni. Gli chiediamo scusa dedicandogli una versione jazz della sua celebre sinfonia del Guglielmo Tell: a improvvisare sulla sua melodia sono Danilo Rea al pianoforte e Flavio Boltro alla tromba.

Musica. Gioacchino Rossini: Sinfonia dal Guglielmo Tell (Danilo Rea & Flavio Boltro).

Rossini era di casa a Bologna. Studiò al Conservatorio, situato nella piazza che oggi porta il suo nome. Poco distante da piazza Rossini si trova Strada Maggiore, dove il compositore aveva la sua residenza urbana. A Bologna Rossini era venuto con la famiglia. Il padre, originario di Lugo, in provincia di Ravenna, sosteneva le idee della Rivoluzione francese. Suonava nella banda cittadina e si spostava in continuazione tra Ravenna, Ferrara e Bologna per sfuggire agli sbirri del governo pontificio. La madre era cantante e Gioacchino ne ereditò le doti. A 13 anni il futuro compositore cantava già nei teatri in cui andava di moda il melodramma. A 14 anni Rossini studiava composizione e scriveva la sua prima opera. Nel 1807 conobbe Isabella Colbran, a Bologna per uno spettacolo. Lei era  una cantante che si era già affermata a Parigi, lui, più giovane di sette anni, l’avrebbe sposata 15 anni più tardi, nel 1822, dopo averla rivista a Bologna per il “Tancredi” e dopo essersi innamorato della sua voce.   

Musica. Gioacchino Rossini: Semiramide. Atto I. Bel raggio lusinghier (London Symphony Orchestra. Soprano Joan Sutherland).

Semiramide, composta nel 1823 nella villa di Castenaso, fu l’ultima opera per così dire “italiana” di Rossini. Dopo che questa andò in scena, il musicista si trasferì a Parigi con la moglie, abbandonando temporaneamente la vita agreste che avrebbe ripreso ad amare nel 1834, quando, in una lettera all’amico Vanotti, scrisse: “La vita pastorale  mi conviene; o come sono belle le piante, quanto mi piace la luna , il cantar degli uccelletti, il mormorio dell’acqua, tutto mi incanta”. Quella stessa dimora nella campagna bolognese fu descritta da Gaetano Rossi, il librettista della Semiramide  che la visitò nell’ottobre 1822, come “magnifica ed elegante” per via dei giardini, dei boschetti, del “tempietto voluttuoso” e degli “ameni contorni”. A Parigi Rossini concluse la sua carriera con il “Guglielmo Tell” andato in scena all’Opéra nel 1829. Seguì una fase di depressione, di crisi personale e creativa che lo spinse ad abbandonare il teatro d’opera e a ritirarsi a vita privata, scrivendo nell’ultima parte della sua esistenza pochi altri lavori, come lo “Stabat Mater”, la magnifica “Petite messe solennelle” nel 1863, brani di musica da camera e quelli che ironicamente chiamò “peccati di vecchiaia”.

Musica. Gioacchino Rossini. Petite messe solennelle. I. Kyrie (Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna).

Nel 1846 Rossini sposò a Bologna in seconde nozze Olympe Pélissier, già sua compagna da tempo. Il rapporto con Isabella era da anni finito, ma questa lo volle vedere un’ultima volta, prima di morire nella sua residenza di Castenaso nell’ottobre 1845. Rossini da Parigi tornò a vivere a Bologna tra il 1838 e il ’48, per poi abbandonarla per Firenze e di nuovo Parigi. Isabella è sepolta alla Certosa di Bologna, insieme con altre glorie della musica come Farinelli e Ottorino Respighi. Rossini, che ormai scriveva solo dei divertissément musicali per se stesso, anche a causa di una salute non buona, sembrava ormai interessato solo a coltivare il gusto della vita attraverso il cibo. “Mangiare, amare, cantare e digerire sono i quattro atti di quell’opera comica che è la vita” , disse una volta. Morì a Parigi nel 1868 e fu sepolto al Père Lachaise accanto a Chopin e Bellini. Una ventina d’anni dopo il corpo fu traslato a Firenze, nella chiesa di Santa Croce, e questa volta ebbe come compagni di riposo Michelangelo, Machiavelli, Foscolo e Cherubini. E qui anche noi chiudiamo, con uno dei suoi “peccati di vecchiaia”: un ultimo splendido omaggio al grande pesarese che fu anche molto bolognese.

Musica. Gioacchino Rossini: Album de chaumière. N. 5: Prélude inoffensif (al pianoforte Alessandro Marangoni).

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi