Salta al contenuto principale
30 Gennaio 2010 | Paesaggio dell'anima

Su una Volvo scassata

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

30 gennaio 2010

Le musiche di questa puntata: Modena City Ramblers, Kocani Orkestar, Calicanto, Vinicio Capossela.

Musica. Modena City Ramblers: Marcia balcanica.

I Balcani sono vicini, cari amici. Apriamo dunque la nostra puntata con i mitici “escursionisti” della città di Modena, i Modena City Ramblers, gruppo storico del combat folk italiano, che dall’amore per la musica irlandese sono passati al melting pot totale, utilizzando brani e forme delle tradizioni emiliana, klezmer, messicana e, come sentite in questo brano, balcanica. Il brano è compreso nel cd “Terra e libertà” del 1997. Nel loro ultimo album, “Onda libera”, i Modena City Ramblers hanno chiamato come ospite la brass band macedone Kocani Orkestar, il cui sound chiassoso, arrembante, etilico, deriva dalle fanfare dei giannizzeri ottomani mescolate alle bande gitane e ai ritmi delle danze balcaniche. Un universo sonoro pirotecnico dal quale ci lasciamo ubriacare volentieri.

Musica. Kocani Orkestar: Ederlezi Avela.

Echi, rimandi, di qua e di là dall’Adriatico. Di là, una straordinaria fanfara, un susseguirsi di ritmi spezzati, e anche il cupo lamento del clarinetto che fa tanto “tristezza balcanica”. Di qua, il litorale basso, le spiagge sabbiose di Romagna dove sembra placarsi, nell’andirivieni delle maree, il tumulto che si sfoga nelle terre dell’est. E se di là, quel che accade sembra tutto esagerato, con gli ottoni che incalzano e fanno venir voglia di ballare come anche di sparare (lo si vede nei film di Emir Kusturica), di qua ci sono le visioni di Fellini: un altro modo di esagerare la realtà. E non è un caso che Fellini sia un mito per il regista serbo: “Quando è uscito Amarcord – racconta Kusturica – andavo avanti indietro ogni weekend tra Praga e Sarajevo e per sette volte ho provato a vederlo, solo che ero troppo stanco a causa del viaggio e mi addormentavo sempre. L’anno dopo ce l’ho fatta e da allora lo riguardo almeno due volte all’anno”. Che sia l’Adriatico stesso a sprigionare i sogni? Anche là dove la vita s’impaluda, come nel Delta del Po?

Musica. Calicanto: Adriatica.

Tra i più interessanti gruppi folk italiani, i veneti Calicanto, arrivati a quasi trent’anni di carriera, ci regalano questa strepitosa “Adriatica”, composizione per organetto di Roberto Tombesi che risente di influenze musicali di entrambe le sponde dell’Adriatico. Gli altri Calicanto sono Gabriele Coltri alle cornamuse e flauti, Roberto Tombesi al contrabbasso, Francesco Ganassin ai clarinetti, Paola Vidaich alle percussioni e la cantante Claudia Ferronato. Qui siamo nelle terre della Serenissima, poco sopra le acque morte dei lidi ferraresi, oltre l’abbazia di Pomposa e il suo campanile dal profilo bizantino. Siamo tra i canneti e le barene, nel disordine delle terre non ancora nate, non ancora uscite dal mare. E’ la laguna di Venezia, dalla quale si leva un gabbiano che punta sull’altra sponda, quella di Split, raccogliendo i suoni dei luoghi che attraversa. E di là, la pietra bianca del palazzo di Diocleziano, le logge, le piazze e i palazzi che ricordano la dominazione veneziana, rimandano indietro i suoni, li fanno rimbalzare attraverso il mare. Sono le contraddanze di Spalato, danze tradizionali che provengono da un manoscritto ritrovato nella città croata, probabile lascito della cultura veneziana in Dalmazia tra Sette e Ottocento.

Musica. Calicanto: Contraddanze di Spalato.

Contaminazioni profonde, dunque, tra le culture delle due rive. Qui da noi c’è uno che va in giro su una Volvo scassata per liberare la sua anima zingara: “Sono soggetto a grandi euforie e grandi tristezze – spiega Vinicio Capossela. Nel modo di essere balcanico ritrovo la mia infanzia, sapori, impressioni, ricordi …”. E’ quello che succede anche a noi, che guardiamo il mare Adriatico davanti a Rimini. I Balcani sono un’atmosfera, un modo di sentire, e un buco nero dentro la nostra anima. “Solo mia / solo mia / di chiunque tu ora sia / solo mia / non sei”. E’ una struggente canzone d’amore tzigana, Bilo Cìa, ripresa da Capossela che l’ha suonata dal vivo con la Kocani Orkestar. Con l’orchestra macedone, Capossela ha realizzato nel 1998 un ottimo lavoro dal vivo, “Live in Volvo”, che comprende anche un brano, Zampanò, che ha il nome di un personaggio felliniano, il rozzo saltimbanco protagonista del film “La strada”. Insomma, è tutto un giro di giostra: lo stesso giro di giostra di qua e di là dell’Adriatico, Fellini e Kusturica che si rubano le immagini. E il mare in mezzo che è sempre più piccolo.

Musica. Vinicio Capossela: Solo mia.

 

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi