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29 Novembre 2016 | Archivio / Protagonisti

Alessandro Zanardi: il vento nelle mani

L’atleta bolognese continua a inseguire e raggiungere le sue vittorie, anche senza l’aiuto delle gambe

A cura di Vittorio Ferorelli, con la collaborazione di Antonella Patete e Diego Marsicano

Cari amici e care amiche di RadioEmiliaRomagna, la voce e il sorriso del protagonista di oggi, quasi sicuramente, li conoscete già. Alessandro Zanardi è per tutti Alex, il pilota automobilistico che fu dato per morto e tornò a vivere, con un corpo ridotto ma l’anima intera, ancora desiderosa di vivere e di vincere.

Nato nel 1966 a Castel Maggiore, nella pianura bolognese, Alessandro mostra fin da ragazzino una passione per la velocità e per i motori. A quattordici anni costruisce il suo primo veicolo a quattro ruote, un piccolo kart, e a sedici si iscrive al campionato nazionale della categoria 100 centimetri cubici. Tre anni dopo vince il titolo.
Nel 1991 il settimanale “Autosprint” lo nomina miglior pilota italiano. È anche l’anno dell’esordio in Formula 1, una categoria in cui tutto è più complesso e dimostrare i propri meriti è molto difficile. Nelle stagioni successive, nonostante il suo impegno, la fortuna non lo assiste.
A trent’anni, Alex cambia categoria e parte per gli Stati Uniti, dove correrà nella Formula CART. Nel ’97 e nel ’98 si laurea campione e diventa un idolo del pubblico americano. David Letterman lo invita nel suo celebre show televisivo.
Poi, il 15 settembre del 2001, in pochi istanti la sua vita prende una strada diversa. Durante una corsa in Germania, un incidente micidiale gli porta via entrambe le gambe all’altezza del ginocchio. È vivo per un soffio, ma tutti si chiedono “come farà, adesso?”.
“Farò che adesso, se cammino scalzo, il raffreddore non lo prendo più”. Risponde così, Alex Zanardi, una volta rimessosi in sesto. Con coraggio, autoironia e tanta forza d’animo. Tornato in piedi grazie alle protesi costruite dal Centro INAIL di Vigorso di Budrio, non si accontenta di camminare, vuole sentire di nuovo il vento che soffia sul suo viso. Quando vede una handbike, un veicolo su tre ruote con due leve da spingere con le mani, i suoi occhi azzurri si illuminano.

Oggi Alessandro Zanardi da Castelmaggiore è il campione mondiale di questo sport. Alle Paralimpiadi di Rio, lo scorso settembre, ha vinto un oro nella cronometro, un argento nella gara su strada e un altro oro nella staffetta, con Podestà e Mazzone.
L’intervista che state per ascoltare è stata realizzata prima della sua partenza e fa parte del progetto “Memoria paralimpica” (www.memoriaparalimpica.it): un sito web, un documentario e una mostra fotografica che raccontano come è nato, in Italia, il movimento che oggi porta ad affermarsi nello sport tanti ragazzi e ragazze che l’etichetta definisce disabili. Una storia nata a Ostia, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando nel Centro per paraplegici dell’INAIL un gruppo di pionieri coraggiosi costruì le basi della prima nazionale paralimpica.

Per vedere la videointervista e leggere il testo integrale: www.memoriaparalimpica.it/document/it/alessandro_zanardi/i_protagonisti.

Per approfondire la conoscenza di Alex Zanardi: www.alex-zanardi.com.

[Ringraziamo, per la collaborazione, Antonella Patete e Diego Marsicano di “Redattore sociale”, che su incarico del Comitato italiano paralimpico ha realizzato il progetto “Memoria paralimpica” con Zoofactory Film Production e Kapusons web agency]

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