Salta al contenuto principale
12 Gennaio 2016 | Archivio / Protagonisti

Cesare Ratta

L’uomo che dedicò la sua vita all’arte della stampa e riuscì a fondare la prima scuola professionale dei tipografi bolognesi

A cura di Vittorio Ferorelli

Cari amici e care amiche di RadioEmiliaRomagna, il protagonista di oggi è un uomo di carattere, anzi di “caratteri”, perché la maggior parte della sua esistenza l’ha dedicata alle infinite combinazioni dei caratteri di stampa e all’eleganza della pagina inchiostrata, ma anche a tutelare e a istruire quegli artigiani che si chiamano tipografi e che, come nessun altro, sanno quanta cura occorre per realizzare un libro che sia bello da guardare e da sfogliare.

Cesare Ratta nasce a Bologna, il 13 marzo 1857. Il padre è un facchino delle ferrovie, la madre una casalinga. A diciotto anni entra come apprendista nella Tipografia Legale di Isidoro Noè, dove, tra suoni metallici e odori chimici, si avvicina per la prima volta alle macchine da stampa. Tre anni dopo, tipografo provetto, viene assunto dalla Compositori, dove le condizioni di lavoro sono molto dure. Non si smette mai: l’orario è di nove ore al giorno, dal lunedì al sabato, con l’aggiunta di tre ore alla domenica. Agli operai più esperti è tranquillamente consentito di schiaffeggiare i sottoposti che sbagliano qualche operazione: l’uso delle mani (per di più sporche di inchiostro) fa parte integrante dell’apprendistato.
In questo contesto così inospitale, Cesare matura una consapevolezza ferma: d’ora in avanti, per quanto possibile, si impegnerà a migliorare le condizioni di lavoro, le sue e quelle dei suoi colleghi, e cercherà il modo per formare come si deve i giovani che vogliono intraprendere questa professione.

Quanto alla difesa dei loro diritti, i tipografi bolognesi sono quasi all’anno zero. A un passo dal Novecento, non sono ancora riusciti a darsi un’organizzazione capace di concordare e far rispettare un contratto di lavoro. Le paghe sono regolate più dall’arbitrio del padrone che dal merito del lavoratore. Lo straordinario, ammesso che venga conteggiato, non riceve alcun compenso supplementare. Infortuni e malattie restano totalmente a carico dell’operaio. Di ferie, liquidazioni di anzianità e pensioni, neanche a parlarne.
Nel 1881 Ratta diventa segretario dell’Associazione italiana degli operai tipografi e mantiene questo ruolo per quattro anni, durante i quali si impegna nell’organizzare circoli dedicati all’istruzione e alla ricreazione. L’importanza del sapere e del tempo dedicato a coltivare il gusto per la bellezza saranno il suo cruccio per tutta la vita. E lo scrive a chiare lettere: “Bisogna rendere possibile al giovane apprendista, che sente il desiderio, il bisogno di elevarsi moralmente, di perfezionarsi nella sua arte, di potere apprendere ciò che più da vicino lo interessa”. E ancora, a proposito del valore fondativo della bellezza: “La decorazione e l’ornamentazione grafica […] sono i coefficienti principali perché la produzione tipografica rivesta anche fra noi quello splendore artistico che da qualche tempo si rivela nella produzione di altri paesi più evoluti”.

Nel 1888 i tipografi bolognesi riescono a concordare il loro primo patto di lavoro: le tre ore domenicali sono finalmente abolite e viene riconosciuto il diritto a una maggiorazione di compenso per le ore straordinarie. Nel frattempo, superando mille resistenze, Cesare ha contribuito a fondare una società di mutuo soccorso fra tipografi e una delle prime cooperative. Il tutto senza mai smettere il suo lavoro quotidiano, per il quale raccoglie riconoscimenti ufficiali e attestazioni di stima da parte dei colleghi, che apprezzano l’eleganza con cui compone pagine, manifesti, biglietti e ogni altro tipo di stampato.
Vent’anni dopo, nel 1908, il suo sogno può avverarsi. La sezione bolognese della Federazione italiana dei lavoratori del libro lo designa a presiedere la commissione che sta progettando di realizzare una scuola professionale per la città, come già hanno fatto Milano e Torino. È l’inizio di un’avventura difficile ma appassionante, che coinvolge il comune, alcuni industriali del settore e persino un bibliotecario esperto come Albano Sorbelli. Ratta si dà da fare come non mai per reperire fondi e convincere gli scettici, fino a che, dopo cinque anni, nel 1913, la Scuola finalmente apre.
Gli insegnanti non hanno titoli accademici, sono semplicemente operai esperti del lavoro, che mettono a disposizione le conoscenze pratiche acquisite negli anni. Ben presto, oltre ai giovani da avviare alla professione, la scuola accoglie, di sera, gli adulti che già lavorano, perché, come scrive Ratta, occorre “integrare e perfezionare l’ordinaria istruzione pratica che l’operaio riceve in officina, insegnandogli quei processi razionali, quelle formule, quelle finezze di lavoro, che nell’affrettata produzione industriale egli non ha agio di imparare”.

Nella Scuola tipografica bolognese, oltre che alle materie più direttamente legate al “saper fare”, parte del tempo è dedicata al “sapere”, perché in un settore in continua trasformazione conoscere le tecnologie più avanzate per stampare è necessario per sopravvivere. C’è persino un’ora per imparare il canto e si può scommettere che anche in questo Ratta, così sensibile alla qualità artistica del suo lavoro, abbia avuto un ruolo.
La sua opera più celebre, del resto, è un omaggio agli artisti che sperimentano e sanno apprezzare il miracolo di una stampa bene impressa. Si intitola “Gli adornatori del libro in Italia” ed è una serie di nove volumi di grande formato, che raccolgono quasi quattromila disegni eseguiti da oltre trecento artisti e stampati con le tecniche più diverse: xilografia, litografia, acquaforte, acquatinta, puntasecca, monotipia. L’arte più raffinata, riprodotta in un’officina operaia. La mano dell’artista, stretta a quella del tipografo. Cesare Ratta continuò fino alla fine dei suoi giorni a credere nelle parole di William Morris: “Io non posso concepire che l’arte debba rimanere un privilegio per pochi”.

——————————————-

Per approfondire la conoscenza di Cesare Ratta si può leggere il volume realizzato da Adalberto Monti, Giorgio Magagnoli e Luca Magagnoli, da cui abbiamo tratto le notizie per questa scheda: “Cesare Ratta e la Scuola Tipografica Bolognese” (Argelato, Minerva Edizioni, 2015).

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi