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14 Aprile 2009 | Archivio / Protagonisti

Chiude Nannucci, finisce un’epoca

Scompare il più celebre negozio di dischi di Bologna e forse d’Italia. Intervista al titolare Mario Nannucci

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

14 aprile 2009

No, non è possibile. Invece sì, purtroppo. A metà aprile chiude lo storico negozio di dischi di  Nannucci a Bologna. La concorrenza, se così si può chiamare, di mp3 e iPod pieni zeppi di file scaricati (gratis) da internet, il passaggio epocale dal vinile al cd che ha reso più fugace e frettolosa, meno “religiosa”, la visita allo store più famoso d’Italia, hanno determinato la fine di questo tempio del disco in cui generazioni di ragazzini usciti da scuola con gli zaini in spalla hanno “pregato” di ammirazione davanti al loro gruppo o cantante preferito, fossero i King Crimson o gli Osanna, John McLaughlin o i Van der Graaf Generator, i Jefferson Airplane o gli Strawbs, il vinile di jazz raffinato o le cassette TDK da registrare. Frugare tra gli scaffali, cercare le novità inglesi e americane, dischi rari che solo Nannucci aveva e che vendeva per corrispondenza in tutta Italia, è stato un rito cui tutti ci siamo sottoposti. Il rito più piacevole della giornata, da consumare con gli amici o, preferibilmente, da soli – perché era solo sgombrando la mente da ogni sovrastruttura indotta dai magazine musicali o dagli amici, che si poteva, in religioso silenzio interiore, cercare ciò che le note o le immagini di copertina suggerivano: un’affinità con la nostra anima, con il nostro cuore ribelle di ragazzini.

Nannucci si trovava in via Oberdan. I ragazzini conoscevano via Oberdan solo per Nannucci. Nella stessa via c’era l’assessorato alla cultura. Ma Nannucci era  cultura. Ora, “non avrà più senso andare in via Oberdan”. Non lo diciamo noi ma lo dice, anzi lo canta, una band bolognese, Le Fragole. Il brano s’intitola “Un’epoca con Nannucci”. I giovani rockers di Borgo Panigale, un quartiere di Bologna, non potevano rimanere indifferenti alla triste notizia della chiusura del music store, figlio di un vecchio negozio di grammofoni e elettrodomestici fondato nel 1936, al tempo dei Balilla, da Mario Nannucci, il nonno dell’ultimo titolare, anche lui di nome Mario.  

La canzone delle Fragole è un omaggio alle ore spensierate passate da generazioni di bolognesi nel negozio di via Oberdan. Si chiamano Le Fragole perché – dicono – vogliono portarci a scoprire “il bosco che è in noi”, come tanti gruppi del folk rock inglese anni ’70 i cui dischi occhieggiavano dagli scaffali di Nannucci.

L’intervista a Mario Nannucci.

Abbiamo con noi l’ultimo titolare, Mario Nannucci.  Signor Nannucci. Il negozio è vostro da tre generazioni, ci vuole raccontare la storia del negozio?

Sig. Nannucci ci vuole raccontare  la causa della chiusura del negozio?

Lei ha  affiancato suo padre in questo lavoro e visto passare nel negozio ragazzi di diverse generazioni.  Ci può raccontare cos’è cambiato nell’approccio alla musica in questi anni?

E lei che dischi amava? Avendo a disposizione di  tutto cosa ascoltava?

E adesso, dove va la musica? Dove si perdono le note?

Brano corrente

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