Salta al contenuto principale
18 Febbraio 2014 | Archivio / Protagonisti

Il cinema di Carlo

Un ricordo del regista Carlo Mazzacurati, presidente della Fondazione Cineteca di Bologna

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redighieri.

18 febbraio 2014

“Nanni ci ha fatto capire che c’era un modo di raccontare le nostre vite in modo da renderle storie possibili per il cinema”. Parte dall’amicizia con Nanni Moretti il desiderio di  fare cinema di Carlo Mazzacurati, il regista che più di tutti ha raccontato le ansie e le inquietudini del nord-est, la regione più ricca e forse anche più “sazia e disperata” – come disse di Bologna nel 1985 il cardinale Biffi – dell’Italia di oggi.

Carlo Mazzacurati, stroncato nei giorni scorsi da una brutta malattia a soli 58 anni, a Bologna aveva studiato negli anni Settanta, laureandosi al Dams, il corso di laurea in arte, musica e spettacolo da poco istituito. E a Bologna c’era tornato a fine 2011 come primo presidente della Fondazione Cineteca di Bologna, nominato dal sindaco Virginio Merola, pur rimanendo a vivere a Padova, la sua città, che non aveva mai voluto abbandonare per Roma, la capitale del cinema. E’ così che a Bologna lo piangono il mondo della cultura e quello delle istituzioni, dal rettore dell’Università Ivano Dionigi al direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli.  

Mazzacurati – dice una nota della Cineteca – “lascia il vuoto di una figura unica di artista che amava il suo Paese e che ha sempre mantenuto la sua coerenza, seguendo i suoi personali percorsi (…) e inaugurando una fase nuova della commedia all’italiana con ‘Notte italiana’, dischiudendo tematiche nuove e nuovi volti d’attore, da Antonio Albanese a Silvio Orlando, da Giuseppe Battiston a Fabrizio Bentivoglio, ai quali ha saputo offrire ruoli che restano nel nostro immaginario”. Mazzacurati ha avuto “la capacità di raccontare storie apparentemente marginali, dal carattere invece universale, storie capaci di ritrarre momenti centrali della nostra storia recente e della nostra società”, continua la nota. La Cineteca “perde un presidente attento e sempre disponibile, innamorato del cinema, con il quale in questi due anni erano stati avviati molti rilevanti progetti, ultimo dei quali ‘Il Cinema ritrovato’.

Tra i suoi film più noti, e che vi consigliamo di andarvi a rivedere, cari ascoltatori, ci sono “Notte italiana” del 1987, “Il prete bello” del 1989, tratto dall’omonimo romanzo di Goffredo Parise, “Il toro” del 1994, con il quale conquista il Leone d’Argento al Festival del Cinema di Venezia, “Vesna va veloce” del 1996, “La lingua del santo” del 2000, “La giusta distanza” del 2007 e “La passione” del 2010. Presentato in anteprima al Film Festival di Torino, l’ultimo suo lavoro, “La sedia della felicità”, uscirà nelle sale a breve.

Come dicevamo all’inizio, il cinema di Carlo Mazzacurati parla di noi: delle speculazioni edilizie e delle estrazioni illecite di metano nel delta del Po; del mondo degli adulti che si svela ai bambini sotto le sembianze di un prete bello e seducente; di un toro-campione che due amici, dopo averlo rubato, cercano di vendere nella squinternata Europa dell’est appena scongelata dal comunismo; dell’uomo che s’innamora di una ragazza dell’est che per sopravvivere in Italia fa la prostituta; dell’inquietante razzismo nascosto dietro la patina di perbenismo della provincia italiana, dove bisogna sempre mantenere “la giusta distanza” tra sé e l’altro; dei potenti e arroganti che sfruttano i deboli; del blocco creativo degli artisti. Di tutto questo parlano i film di un autore che amava il cinema con una passione che potremmo definire religiosa, assoluta, così come lo era la passione di Claudio Abbado per la musica: due destini accomunati dalla morte avvenuta negli stessi giorni, nell’anno 2014 appena iniziato.  

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi