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6 Dicembre 2012 | Racconti d'autore

Morte fra le nebbie della Bassa

di Marco Baroni (e-book, pubblicato su www.amazon.it)

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

6 novembre 2012

Marco Baroni, giornalista, è nato a Forlì nel 1963. Responsabile di alcuni siti Internet tra cui Israelpeople.altervista.org e del canale web tv www.livestream.com/stenos, nel corso della sua attività professionale ha svolto inchieste in Italia e all’estero da cui ha tratto ispirazione per i suoi scritti.
Il giallo di cui vi leggiamo alcune pagine, racconta di un’indagine che scorre nel panorama caratteristico della Bassa parmense, un territorio caratterizzato da estati umide e inverni nebbiosi. E sono proprio le nebbie a nascondere ritratti e situazioni, invidie e gelosie, intrecci amorosi che fanno da cornice agli interessi economici, e soprattutto cinque morti avvenute nell’ultimo mese in una tranquilla casa di riposo. Il protagonista è naturalmente un giornalista e si chiama Enzo Di Gioia.

Morte fra le nebbie della Bassa

Il metodo più semplice per accorgersi se si è in Emilia o in Romagna consiste nel chiedere da bere. Se si è ancora in Emilia ti offrono un bicchiere d’acqua, in Romagna invece un bicchiere di Sangiovese. Una battuta, un divertente campanilismo, null’altro. Enzo che lavorava da tempo lontano dalla sua Romagna, non poteva di certo lamentarsi di dove si trovava. La bassa parmense è una fetta della pianura padana a nord di Parma che va dal Po alla via Emilia delimitata a levante dall’Enza e a ponente dall’Ongina, dove il rispetto delle tradizioni mette in risalto i vari aspetti artistici, storici, culturali e gastronomici di questi luoghi. Pur non rinunciando ad alimentare lo spirito, Enzo era quello che viene definito “una buona forchetta”. E il suo aspetto rivelava questa sua debolezza. Oltre al più saporito formaggio del mondo, già celebre nel medioevo, non poteva di certo dimenticare i salumi come il Culatello,la Coppa, il Fiocchetto,la Gola, il Mandolino,la Mariola,la Pancetta, il Prete, il Salame,la Spalla cotta e cruda, lo Strolghino ela Cicciolata. Enzo di certo non rinunciava ad un buon piatto di Anolini o di Tortelli, come non potevano mancare sulla sua tavola un’abbondante scelta di bolliti misti o una bella Picaia ripiena. Quella mattina come da abitudine era al bar. Vedeva gli habitué particolarmente agitati. La criminalità aveva messo radici molto profonde anche in quella terra, e quella mattina gli avventori stavano commentando la notizia dell’arresto di due tunisini di 30 anni e 28 anni, di due marocchini di 17 e 30 anni e di un senegalese di 32 anni, implicati nel giro della droga. Ma ad Enzo la cosa non meravigliava più di tanto, perché come giornalista viveva le notizie ventiquattrore prima degli altri. 

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 …Soragna, Suràgna in dialetto, è un comune di circa cinquemila anime le cui origini risalgono all’epoca longobarda. Nel 712 è citata per la prima volta in un documento del re Liutprando. Dal 1198 fu in possesso della famiglia Lupi. Feudo imperiale, nel 1347 divenne marchesato e dal 1709 fu principato, con il diritto di battere moneta. Nel 1385 il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti concesse ai marchesi Lupi di costruire l’attuale Rocca, in seguito trasformata, alla fine del XVII secolo, in residenza signorile. L’attuale discendente, un signore di media età dal fisico asciutto che, adattandosi ai tempi, si occupa di produrre parmigiano-reggiano e accompagnare gli ospiti, paganti, a visitare la sua Rocca insieme a Donna Cenerina, il fantasma di casa. Enzo e Rosa si unirono ai visitatori. Il padrone di casa incominciò a narrare: 

La leggenda narra trattarsi di Cassandra Ravignoni, moglie di Diofebo II Meli Lupi, uccisa dal marito della di lei sorella, conte Guido Anguissola, che, con il pretesto di volersi riconciliare con la moglie, Lucrezia, dalla quale viveva separato, era riuscito a combinare un incontro. Quel giorno invece, era il pomeriggio del 18 giugno 1573, il conte invase la casa ove Lucrezia si trovava con la sorella Cassandra, e uccise entrambe a pugnalate. Sta di fatto che da questo delitto rimasto, nonostante la volontà del Marchese di Soragna, impunito sorse la leggenda di Donna Cenerina, grigio e impalpabile fantasma che si aggira inconsolato nelle sale della Rocca.

Enzo senza farsi sentire dal padrone disse a bassa voce a Rosa:

Omette che secondo la leggenda si farebbe sentire dai suoi proprietari quando è imminente una disgrazia o un lutto familiare.

Entrambi sorrisero, come complici di un qualcosa che accumunava esclusivamente loro due. Salirono in macchina in direzione di un localino che si trovava sul Po. Poco più di una sessantina di chilometri e avrebbero soddisfatto lo stomaco. Era la tipica e caratteristica trattoria in riva al fiume Po: ambiente rilassante, accogliente e familiare, con una saletta romantica interna riscaldata da un camino. Erano affamati, e rispettando quanto gli ordinava lo stomaco non si fecero mancare nulla. Iniziarono con un antipasto costituito da Polenta e lardo di Colonnata, entrambi come primo piatto optarono per i classici tortelli di zucca. Enzo prese come secondo un filetto al pepe verde, mentre Rosa ne prese uno alla griglia. Come dolce non resistettero alla tentazione del tiramisù. Ora si sentivano sazi e soddisfatti. Una passeggiata, nonostante la temperatura era d’obbligo, serviva a favorire la digestione. Il Po, il grande fiume scorreva placidamente, accompagnandoli come un vecchio amico. Ad entrambi sembrava quasi che stesse parlando con loro, volendogli raccontare la sua storia, alimentata da innumerevoli rii, torrenti e fiumi che raggruppano un insieme di ben 141 affluenti. Camminavano lentamente, mano nella mano, ognuno assorto nei propri pensieri, ma entrambi legati dallo stesso futuro.

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 Parma … La petite capitale del ducato di Maria Luigia d’Austria continua a distinguersi anche oggi. Una visita alla città non può prescindere dal meraviglioso colpo d’occhio di Piazza Duomo, dove la cattedrale, il Battistero e il Palazzo Vescovile creano un angolo medievale di rara suggestione. Impossibile non farsi poi rapire dalle straordinarie opere pittoriche realizzate dal Correggio e dal Parmigianino. Come è infattibile resistere alla tentazione di voler percorre uno degli itinerari di pellegrinaggio più antichi, tramandato in un quaderno di viaggio dall’Arcivescovo di Canterbury Sigerico nel 990-994, conosciuta come Via Francigena o Via Romea, un ponte tra la mitteleuropa e i luoghi della cristianità. Il viaggiatore più accorto vorrà anche ripercorrere i luoghi che videro Giuseppe Verdi bambino, poi adolescente innamorato della musica e quindi uomo e compositore maturo. La Bassa parmense è luogo di atmosfere magiche. Come magico è il fiume che l’attraversa, da sempre punto di riferimento per queste terre e per i loro abitanti; placido ma anche imprevedibilmente feroce, gentile ma anche brutale. Il Po riunisce in sé caratteristiche diverse, talvolta anche contrastanti: le stesse che permeano la gente, generosa e sanguigna, di queste zone. Abbracciato dalle ovattate nebbie autunnali o fissato nel torrido sole dei mesi estivi, il paesaggio della Bassa ha il suo fascino maggiore in un’immobilità solo apparente, dove gli abitati si integrano con la natura tipica padana, e che si ritrova perfettamente tratteggiato, nei colori, negli umori, nei contesti e nei personaggi dei racconti di Giovannino Guareschi, il creatore di Don Camillo e Peppone che proprio qui ha ambientato il suo Mondo piccolo, “in quella fettaccia di terra che sta tra il Po e l’Appennino”. 

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 Sul tavolo del capitano Stragapede v’erano parecchi fascicoli. Le attività investigative riguardavano ovviamente anche altri casi che richiedevano impegno e dedizione. Era almeno una decina d’anni che l’area parmense, come tante altre aree produttive del nord Italia, era divenuta meta stabile di immigrazione. Solo nell’ultimo anno i dati ufficiali registravano oltre diecimila nuovi arrivi, e i loro figli rappresentano circa il 18% dei nuovi nati. Cifre consistenti per una popolazione che non raggiunge i 180.000 abitanti e vive sempre più il fenomeno dell’immigrazione come un assedio. Ma il vero problema sorgeva con i clandestini che erano circa il 10-15% degli stranieri, e che rappresentavano i principali responsabili del diffuso senso di insicurezza percepito da parte dei cittadini. D’altra parte i fatti di cronaca quotidiana li vedevano protagonisti in negativo. Alzò il telefono e chiamo il maresciallo De Cosimi.

 Maresciallo si sono conclusi gli accertamenti sul soggetto?

 Sì capitano, stavo venendo da lei.

 Bene. La aspetto.

 Passarono cinque minuti e il maresciallo De Cosimi era seduto davanti al suo capitano che era intento a leggere quanto emergeva dalle indagini compiute.

 Perfetto, credo che ora il cerchio sia chiuso. 

Brano corrente

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